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Federico Castelli Gattinara
Leggi i suoi articoliRoma. Era gremita la sala conferenze internazionali della Farnesina alla presentazione di «L’Italia a Rio 2016», ovvero «Le iniziative del Sistema Italia» in occasione dei XXXI Giochi Olimpici e dei XV Paralimpici di Rio de Janeiro. Invitati a parlare sono stati ovviamente il padrone di casa Paolo Gentiloni, ministro degli Affari Esteri, il suo collega ai beni culturali e turismo Dario Franceschini, i presidenti dei comitati Olimpico e Paralimpico Giovanni Malagò e Luca Pancalli, il direttore generale Rai Antonio Campo Dall’Orto e altri. Tra cui l’archeologo ed ex sovrintendente capitolino Eugenio La Rocca e la presidente della Fondazione MaXXI Giovanna Melandri, chiamati a illustrare le due mostre di arte antica e contemporanea che accompagnano i giochi.
«I Giochi in Grecia e a Roma», dal 26 luglio al 2 ottobre al Museo delle Belle Arti, a cura di Eugenio La Rocca e Annalisa Lo Monaco, vuole ricordare come sia nata la manifestazione, la sua radice culturale, che affonda nel segno della pace (in occasione dei giochi olimpici le guerre, allora continue, venivano sospese). La scelta delle 56 opere, evento conclusivo dell’Anno dell’Italia in America Latina, illustra in quattro sezioni la preparazione degli atleti, le gare in Grecia e a Roma, i premi. Si vuole evidenziare soprattutto le continuità e le differenze tra allora e oggi, attraverso reperti di vario genere quali sculture, mosaici, ceramiche, bronzi e altro, pezzi splendidi tra cui citiamo gli emblemata policromi a tessere minutissime delle quattro fazioni del circo dalla Villa romana di Baccano, oggi a Palazzo Massimo a Roma, e il Sarcofago delle Quadrighe di Aquino, rubato e recuperato a Londra nel 2011 (dopo vent’anni). Una mostra di qualità con prestiti da musei romani, ma anche da Vaticano, Viterbo, Tarquinia, Napoli, Reggio Calabria e perfino da Atene e Olimpia, dove i giochi nacquero nel 776 a.C. Oltre a ricostruzioni in 3D dello Stadio di Domiziano, del Colosseo e del Circo Massimo.
Insieme, inaugurata il 4 luglio e fino all’11 settembre al Museo d’Arte Moderna, «Art on Stage: opere della collezione del MaXXI», realizzata in collaborazione con la Fondazione Proa di Buenos Aires (dove è già stata esposta da marzo a giugno) per la cura di Anna Mattirolo, presenta 19 tra artisti e architetti contemporanei come «potente strumento di diplomazia culturale» (Melandri). Uno spazio scenico italiano, quasi teatrale, composto da opere di Matthew Barney, Maurizio Cattelan, Gino De Dominicis, Gilbert & George, Ilya Kabakov, William Kentridge, Luigi Ontani, Yan Pei-Ming, Michelangelo Pistoletto, Aldo Rossi, Francesco Vezzoli e altri.

Aldo Rossi, Architettura con santo, 1972, courtesy Fondazione MAXXI

Gianluca e Massimo De Serio, Stanze, 2010, courtesy Fondazione MAXXI

Maurizio Cattelan, Mother, 2000 (1999) - courtesy Fondazione MAXXI
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