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Una delle sale del museo di Pafos

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Una delle sale del museo di Pafos

Più grande il museo di Pafos

La città cipriota fu centro del culto di Afrodite, che secondo la mitologia vi nacque

Giuseppe Mancini

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La Repubblica di Cipro è impegnata a riorganizzare tutti i suoi musei archeologici per renderli più moderni e coinvolgenti, sfruttando finanziamenti europei. Anche se molti capolavori artistici sono oggi altrove, al Metropolitan di New York soprattutto, è solo nelle strutture museali dell’isola che si può cogliere l’evoluzione attraverso millenni, di civiltà e regni.

L’esempio più recente è il museo di Pafos: centro del culto di Afrodite che secondo la mitologia vi nacque, porto commerciale tra i più importanti del Mediterraneo orientale, nel 2017 Capitale Europea della Cultura. Nato nel 1964 in due stanze, è stato completamente ripensato negli ultimi anni di lavori: spazi più ampi, approccio cronologico, inclusione di quanto rinvenuto negli scavi più recenti, aggiunta di servizi e nuove uscite.

L’estensione nel tempo va dal Paleolitico dell’XI millennio a.C. alla prima fase imperiale romana quando Pafos (in una nuova località, fondata in epoca ellenistica) era la capitale di tutta l’isola; gli oggetti provengono tutti dall’omonimo distretto.

Di particolare interesse figurine in rame provenienti da un laboratorio di produzione del III millennio, ricostruzioni di abitazioni e tombe di varie epoche coi loro corredi, monete e testi antichi del I millennio in cui si imposero città-regni, iscrizioni e statuine dal grande tempio di Afrodite, anfore a profusione che testimoniano gli scambi mediterranei insieme a oggetti di provenienza esotica (avorio, metalli preziosi, ceramiche e vetri), statue in marmo e affreschi del IV secolo d.C. con le Muse e Apollo.

Una delle sale del museo di Pafos

Giuseppe Mancini, 27 aprile 2021 | © Riproduzione riservata

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Più grande il museo di Pafos | Giuseppe Mancini

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