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Pensa frugale, sii flessibile, genera una crescita dirompente

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Redazione GDA

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A giugno arriva in Italia Wave, una mostra itinerante promossa da BNP Paribas, e curata nella versione italiana da Trivioquadrivio, per promuovere esempi di economia alternativa al circuito tradizionale di produzione e consumo provenienti da diversi paesi nel mondo e basati sull’arte di arrangiarsi e di fare rete.

Co-creazione, Economia della condivisione, Movimento dei maker, Economia inclusiva ed Economia circolare sono i cinque paradigmi selezionati per rappresentare questo trend, che dodici artisti sono andati a indagare ai quattro angoli del mondo per poi sintetizzarlo attraverso progetti fotografici.

Tra questi, Julien Taylor ci fa conoscere «Protei», progetto inserito nell’ambito Economia circolare di Wave, un drone, creato nel Golfo del Messico, capace di risucchiare due tonnellate di petrolio e altre  sostanze inquinanti. Ispirato alle squame di un pesce per assorbire e resistere alle onde, Protei è stato poi riprodotto in tutto il mondo tramite Skype permettendo il taglio dei costi di laboratorio.
Per l’Economia condivisa Carlos Ayesta ha scovato «Los Grobo», il progetto di uno dei più grandi produttori agricoli Argentini, che non possiede né terreni né macchinari e neanche un trattore, ma affitta tutto. Valentine Fournier, nell'ambito del Movimento dei maker, ha invece portato «Quirky»una piattaforma online che permette a ognuno di progettare e suggerire nuovi prodotti per la vita di tutti i giorni, che negli USA sono poi venduti nei grandi magazzini.

Tra i progetti di Economia inclusiva, «Specialisterne», fondata in Danimarca e oggi attiva in sette Paesi, offre servizi professionali a persone affette da autismo per trasformare la debolezza in un punto di forza, così come testimoniano le foto di Per Johansen. «KA Lite», è invece un computer, del prezzo di circa 35 dollari e grande quanto una carta di credito, pensato per Raspberry Pi (RP), che, grazie alla collaborazione con la Khan Academy, è ora un’enciclopedia tascabile funzionante anche offline per i 5 bilioni di persone al mondo (in Asia, Africa e America Latina) che non hanno accesso a internet. Lo ha documentato per l’area Co-creation di Wave, T. Vanden Driessche.

«Anticipare le dinamiche che trasformeranno il mondo non rappresenta soltanto un legittimo interesse per la nostra banca, ma una delle principali sfide strategiche! L’innovazione è per noi una questione centrale per cui non solo cerchiamo di adattarci e rimodularci continuamente in base ai rapidi e profondi cambiamenti della società, ma anche di anticiparli e fornire ai nostri clienti soluzioni tanto semplici quanto effettive e utili».

Così, Jean-Laurent Bonnafé, CEO della BNP Paribas, spiega la mission principale del progetto Wave, che vede, insolitamente, un colosso della finanza impegnato a indagare circuiti alternativi e ancora marginali di produzione. L’Atelier BNP Paribas, focalizzato proprio sulle nuove pratiche e tecnologie, responsabile del progetto Wave, ha voluto raccogliere e testimoniare la moltitudine e varietà di formule attraverso cui si esprime la Jugaad, l’arte di arrangiarsi.

Come racconta Jugaad Innovation, il libro cult sull’economia ‘dal basso’ scritto da tre giovani autori indiani - Navi Radjou, Jaideep Prabhu e Simone Ahuja-, che hanno intrapreso brillanti carriere in occidente, la parola Hindi jugaad riassume l'arte di individuare le opportunità nelle circostanze più avverse e improvvisare con intraprendenza soluzioni, usando semplici strumenti. Dal successo di questo libro, nasce l’ispirazione della BNP Paribas di puntare i riflettori sulle diverse manifestazioni della jugaad, che stanno progressivamente soppiantando, in alcuni ambiti, l’economia tradizionale e sollecitandone il ripensamento, non solo nei paesi in via di sviluppo, ma anche in quelli affetti dalla recente crisi economica. Navi Radjou, l’autore principale del testo, è stato infatti coinvolto come direttore scientifico generale del progetto Wave.

Wave, è pensato per diffondere questo fenomeno nel globo come un’onda attraverso una mostra itinerante lanciata a Parigi nel settembre 2014 e destinata a concludersi a Hong Kong nel 2016, passando per Italia Senegal e India. Il progetto prevede una mostra fissa accompagnata da eventi collaterali diversi da paese a paese, rappresentativi delle declinazioni regionali più caratteristiche, legando quindi lo ‘spazio dei flussi’ di un trend emergente a livello globale allo ‘spazio dei luoghi’(Castell, 2009[i]).

«La differenza di prospettive, tecniche e approcci dei nostri artisti è ciò che attribuisce valore alle iniziative» come confermano le parole di Marion Hislen, direttore della fotografia di Wave e co-fondatrice del «Circulation(s) Festival», questa filosofia ha guidato anche  la scelta dei dodici fotografi, selezionati in quanto legati e conoscitori dei paesi prescelti.

«Jugaad offre la possibilità di re-incorniciare le difficoltà che si incontrano, non per ripristinare condizioni di abbondanza, ma per sfruttare al meglio le risorse a disposizione» afferma Leonardo Previ, curatore, insieme a Giovanni Lo Storto, della versione italiana di Jugaad innovation, sottotitolata felicemente  «Pensa frugale, sii flessibile, genera una crescita dirompente».

Previ, che con la sua società Trivioquadrivio, innovativo think tank di consulenza e supporto alle aziende per i servizi alla persona e culturali, è curatore del progetto Wave italiano aggiunge inoltre
«C’è l’idea generale di un contesto europeo che soffre di una endemica scarsità di risorse  conoscitive, intellettuali e di immaginario legato soprattutto al concetto di consumo tradizionale. Ma se usciamo da questa mentalità ed entriamo in quella del cosiddetto upcycle troviamo un fermento e un’innovatività incredibili, anche in Italia».

A riprova di queste parole, l’appuntamento italiano di Wave coinvolgerà moltissime realtà locali definite dai curatori come «soggetti disparati che hanno lavorato sull’ingegnosità collettiva», con un calendario di eventi collaterali ricchissimo di incontri. A fianco di Trivioquadrivio nella realizzazione del progetto anche la Fondazione Giannino Bassetti, istituzione milanese che da oltre 15 anni lavora nel campo della innovazione sostenibile e DeLab, focal-point italiano di ricerca e consulenza sull’economia inclusiva. Il Comune di Milano patrocinerà l’evento, che è stato inserito nel circuito di EXPO in città.

Moltissimi sono i luoghi cittadini coinvolti a partire dalla Galleria San Fedele sede della mostra principale, le cui visite guidate saranno a cura dei preparatissimi studenti del corso universitario di Leonardo Previ, quest’anno interamente dedicato al tema dell’ingegnosità collettiva

In programma è inoltre inserito un ciclo di incontri su invito che si susseguiranno quotidianamente per tutta la durata dell’evento- dal 4 giugno al 3 luglio- in varie location urbane.

Nei prossimi giorni sarà online il calendario completo di tutti gli appuntamenti, con i partner e i progetti italiani, i luoghi, le date e le iniziative collaterali.

Per saperne di più:

http://www.wave-innovation.com/it/
Twitter: @WaveMilano #WaveMilano

[i] CASTELLS M. (1996), The Rise of the Network Society: The Information Age: Economy, Society and Culture, vol. 1. Oxford: Blackwell Publishes Ltd.



Redazione GDA, 17 aprile 2015 | © Riproduzione riservata

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