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Federico Castelli Gattinara
Leggi i suoi articoliÈ proprio nel 1935, anno del grande affresco dell’«Italia tra le Arti e le Scienze» nell’abside dell’aula magna del Rettorato dell’Università costruita da Marcello Piacentini, che il tema quasi unico della decorazione monumentale di Mario Sironi diventa l’«Italia fascista». Svicolando dalle indicazioni dell’architetto banalmente impostate sulla geografia, il pittore elabora un ambizioso progetto di esaltazione della Nazione e della sua cultura attraverso una serie di allegorie delle discipline storiche, umanistiche e scientifiche, sullo sfondo dell’Italia che il 3 ottobre di quell’anno, ad affresco quasi completato, scatena la guerra d’Etiopia che finirà con la proclamazione dell’Impero. Come scrive Mariastella Margozzi, a questo rimandano la grande Vittoria alata a sinistra e l’arco di trionfo a destra, «mentre la spinta ideologica fa sì che l’artista non sia solo il commentatore di un’epoca, ma la guida culturale della Nazione». Margherita Sarfatti ne scrive entusiasta a novembre su «Nuova Antologia»: «L’affresco del Sironi dona alla nobile aula profondità e ricchezza. La rende sontuosa nella sua maestosa classicità. Per la prima volta questo nostro pittore dà la misura piena della sua forza che pareva disperdersi per troppa indisciplinata incertezza». Il primo luglio ha avuto inizio il cantiere di restauro, primo frutto della collaborazione tra Miur e Mibact ratificata da un protocollo d’intesa sottoscritto a marzo e, in particolare per l’opera di Sironi, ribadito ad aprile in una convenzione specifica firmata dall’Università La Sapienza e dall’Iscr. I 90 metri quadrati dell’affresco (nella foto) richiederanno un anno e mezzo di lavori da parte di un cantiere didattico che vedrà all’opera sia allievi restauratori dell’Iscr sia studenti universitari di Storia dell’arte. L’intervento prevede la rimozione del deturpante «restauro» dei primi anni Cinquanta, quando intere parti, in particolare le effigi e i simboli di regime, vennero coperte da spessi strati di pittura asportati solo in porzioni circoscritte negli anni Ottanta.
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