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Martin Bailey
Leggi i suoi articoliI miliziani dell'Isis hanno preso il controllo di Palmira, il più importante sito archeologico della Siria. Cresce il timore che gli estremisti possano distruggere i resti romani, considerati una rappresentazione delle credenze religiose preislamiche. La conquista militare dell'Isis fa seguito a un settimana di combattimenti. Le milizie hanno avuto la meglio sulle forze armate governative siriane a Tadmur, la città moderna che sorge accanto alle rovine, e stanno occupando almeno una parte del sito archeologico.
Dopo le distruzioni del patrimonio archeologico iracheno dello scorso marzo, si teme ora per le antichità di Palmira. Per distruggere le sculture assire e partiche nel Museo di Mosul, e poi Ninive, Nimrud e Hatra, gli estremisti hanno usato esplosivi e bulldozer. Maamoun Abdulkarim, direttore generale delle antichità di Siria, ha dichiarato all'agenzia di stampa Reuters che centinaia di statue sono state portate via da Palmira prima dell'assedio.
La direttrice generale dell'Unesco Irina Bokova invoca la fine dei combattimenti a Palmira, sito Patrimonio dell'Umanità: «Rinnovo il mio appello affinché sul sito cessino immediatamente le ostilità. Torno a rivolgermi alla comunità internazionale invitandola a fare tutto ciò che è in suo potere per proteggere la popolazione civile colpita e salvaguardare lo straordinario patrimonio culturale di Palmira».
Palmira sorge nel deserto siriano a circa 250 km a nord-est di Damasco. Durante il I e il II secolo d.C. divenne un'importante città romana, con forti legami con la Persia e intensi scambi commerciali con Cina e India. La via colonnata, lunga un chilometro, collegava il tempio di Ba'al con l'accampamento di Diocleziano: rovine che ancora sopravvivono, insieme con altri resti, tra cui l'agorà e il teatro. Le opere d'arte più importanti di Palmira sono i busti scolpiti in arenaria sui monumenti funebri.

Rovine romane a Palmira
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