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Redazione GDA
Leggi i suoi articoliPalermo. Domenica 3 settembre a partire dalle prime luci dell’alba, il centro storico di Palermo, quello del percorso arabo-normanno dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, si è svegliato con il paesaggio sonoro della città cinquecentesca. Si trattava di una monumentale opera di sound art Palermo a Palermo, Il Suono dei Fiumi di Alessandro Librio (Erice 1984), una delle più grandi installazioni sonore urbane mai realizzate. I numeri sono imponenti: 2.900 metri di percorso sonoro, con un'area di ben 728.296 mq chiusa al traffico automobilistico per 24 ore, 148 speaker e 3 chilometri di cablaggio elettrico.
I suoni dell’ambiente fluviale dimenticato hanno riconquistato l’antico letto dei due fiumi che attraversavano la città, il Kemonia e il Papireto, oggi intombati e deviati, cambiando a seconda dell’ora, e seguendo le naturali variazioni sonore di una intera giornata di 24 ore. Un paesaggio che è fatto di vento, acqua e versi degli animali che abitano il fiume Oreto (nelle cui acque nel Cinquecento è stato deviato il Kemonia), registrato alla foce e alla sorgente, ma anche lungo il suo corso che dalla cittadina di Monreale giunge fino alla costa di Palermo. «Poetica e rigorosa, l'installazione di Alessandro Librio ha riscontrato una straordinaria partecipazione di pubblico dimostrando come la cultura possa aiutarci a vivere il territorio con consapevolezza, ha dichiarato Andrea Cusumano, assessore alla cultura del Comune di Palermo, "Il Suono dei Fiumi" ha consentito di esperire una parte del centro storico come una sorta di guida poetica, dove il suono, la memoria e l'immaginazione hanno di fatto trasformato un frammento di realtà quotidiana in uno spazio extra moenia. Una riuscitissima opera di intervento sul tessuto urbano dal forte impatto drammaturgico».
L'inedito progetto di public art di Alessandro Librio coniuga i temi ambientali ed ecologici anche attraverso l'ausilio di una mostra storico-documentaria e artistica visitabile fino al 27 ottobre e allestita in due sedi: l'Archivio Storico Comunale e la Chiesa dei Santi Crispino e Crispiniano (XVII secolo), all'interno del complesso monumentale della Biblioteca Comunale da poco restaurata, entrambe ricadenti in prossimità dell'antico corso del Kemonia.
In dialogo con il contesto architettonico e le collezioni, le opere appositamente realizzate da Librio: alcune installazioni site-specific con i suoni fluviali riportati all’interno della Sala Almeyda dell’Archivio comunale e nell’ipogeo della chiesa dei Santi Crispino e Crispiniano (dove scorreva il Kemonia). In mostra anche video installazioni, una serie fotografica scattata alla foce dei fiumi e alcune opere grafiche realizzate su tela grezza, esposte insieme a opere settecentesche a tema come i Quadroni delle Acque di Giovan Battista Cascione, la Pianta della Palermo Antica, del cartografo Domenico Campolo.
Come dichiara il sindaco di Palermo Leoluca Orlando «nell'anno di Palermo Capitale italiana dei Giovani, e anticipando un 2018 da Capitale della Cultura, il progetto di Alessandro Librio recupera la memoria storica dei fiumi che attraversavano la città, con una suggestiva e imponente opera di sound-art che rilegge il capoluogo come un polo espositivo ed esperienziale diffuso, inglobando il percorso urbano del centro storico».
Palermo a Palermo, Il Suono dei Fiumi è il secondo capitolo della Palermo Sound Trilogy di Alessandro Librio, inaugurata dall’artista nel 2011 in occasione della 54 Biennale di Venezia, con l'installazione sonora Palermo a Venezia. Già in fase di progettazione, il terzo atto della trilogia che coinvolgerà oltreoceano la città di New York.
Il progetto è curato da Giusi Diana, promosso dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo, in collaborazione con il Sistema Bibliotecario e Archivio cittadino, e organizzato da Nero', con il sostegno di Fam Fabbriche Chiaramontane, N38E13 e Curva Minore.

Alessandro Librio alla foce del fiume Oreto a Palermo. Foto di Kata Papp
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