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Silvia Mazza
Leggi i suoi articoliDurante il periodo della mostra, inizierà la procedura di vendita curata dalla casa d’aste Bonino, dopo il fallimento della società Acqua Marcia di Francesco Bellavista Caltagirone, che se lo era assicurato all’asta di Sotheby’s New York il 25 ottobre 2005 per 912mila dollari, per poi esporlo nella sala ristorante di Villa Igiea a Palermo, di sua proprietà.
Il Comune della Capitale della Cultura 2018, titolo conferito grazie a «un progetto di elevato valore culturale (…), recita, tra l’altro, la motivazione della giuria, senza trascurare la valorizzazione del patrimonio e delle produzioni artistiche contemporanee», starà a guardare o si farà parte attiva per acquistarlo (esercitando il diritto di prelazione), magari per metterlo in mostra permanente alla Gam? Sulla vicenda sono intervenuti il presidente della commissione antimafia all’Ars, Nello Musumeci, il candidato sindaco del Movimento Cinque Stelle, Ugo Forello, e Fabio Granata, il quale ha ricordato che così come durante il suo assessorato ai Beni culturali «acquistammo a Londra da Sotheby’s nel 2003 l’ultimo Antonello da Messina sul mercato (ora al Museo di Messina, Ndr), adesso la Regione ha il dovere di intervenire e assicurare al patrimonio pubblico l’importante dipinto, magari in collaborazione con il Comune di Palermo». Al quale, oltre al titolo di Capitale europea, andranno un milione di euro, l’esclusione dal patto di stabilità delle spese per realizzare i progetti, tra cui il Festival delle letterature migranti, il coro arcobaleno, la Biennale di arte sacra, quella dell’Arcipelago Mediterraneo (dal 10 febbraio al 12 marzo 2018) e quella di arte itinerante Manifesta. In totale sono previsti 6,5 milioni di euro per gli investimenti, «più altri 70 che avremmo speso comunque», ha detto il sindaco Leoluca Orlando.
Chissà che cosa ne pensa la principessa Carine, che ha restaurato a sue spese gli splendidi arredi di Palazzo Valguarnera Gangi, quello in cui Visconti girò la scena del ballo del «Gattopardo»: ci confessò «ci hanno lasciati soli (...). Alle volte avrei voglia di vendere tutto e non mettere più piede a Palermo» (cfr. Vernissage, mar. ’15, pp. 16-17). Ma era il «lontano» 2015, oggi Palermo è la Capitale della Cultura.
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