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Jacopo Perfetti

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ON FUTURE | La visione del futuro di otto esperti d’eccezione: Jacopo Perfetti

In attesa della 30ma edizione di Artissima, uno sguardo sulle nuove frontiere di geopolitica, energia, architettura, relazioni di cura, intelligenza artificiale, nutrizione e, naturalmente, arte

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Redazione GdA

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Dal 3 al 5 novembre 2023 gli spazi dell’Oval Lingotto di Torino ospiteranno la trentesima edizione di Artissima. L’unica fiera in Italia esclusivamente dedicata all’arte contemporanea, diretta per il secondo anno da Luigi Fassi, fa il suo atteso ritorno con 181 gallerie italiane e internazionali, 4 sezioni consolidate (Main Section, New Entries, Monologue/Dialogue e Art Spaces & Editions) e 3 sezioni curate (Disegni, Present Future e Back to the Future) che ne rimarcano la rilevanza internazionale e confermano la forte proiezione verso il futuro. Artissima celebra l’importante anniversario capitalizzando anni di scoperta, ricerca e relazioni per guardare al futuro in modo innovativo e dinamico. Questa visione è la chiave narrativa di On Future, progetto che esplora settori quali geopolitica, energia, architettura, relazioni di cura, intelligenza artificiale, nutrizione e arte: otto esperti d’eccezione ci svelano la loro visione del futuro.

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JACOPO PERFETTI
co-fondatore di PromptDesign.it

La sua storia professionale in tre tempi: passato, presente e futuro.
Mi piace pensarmi come un verbo, non come un nome. Il nome è statico. Non muta mai. Un verbo invece è dinamico, cambia, si evolve, talvolta va avanti, altre volte torna indietro. È inquieto. Sperimenta. Sbaglia. Si lascia sorprendere. Penso sia rischioso rimanere intrappolati in un’etichetta e portarsela avanti tutta la vita. Il mio passato è frutto di una lunga contaminazione professionale che mi ha portato a cambiare spesso lavoro, settore e ruolo, passando dall’arte al marketing, dalla consulenza strategica alla programmazione, creatività, media e intrattenimento. Nel particolare dell’arte, durante i sette anni in cui ho lavorato come curatore ho conosciuto persone straordinarie che mi hanno aperto la mente mostrandomi la realtà ogni volta da un punto di vista differente. Quella dell’arte è una scuola fondamentale per allenare la nostra apertura mentale e il nostro quoziente di adattabilità, ovvero la nostra capacità di adattarci a sistemi che cambiano di continuo. Penso che qualsiasi professionista, indipendentemente dal settore in cui lavora, dovrebbe inserire studi o esperienze legati al mondo dell’arte nel proprio percorso di formazione. Il mio presente invece lo definirei così: creo robot in grado di scrivere e scrivo cose che i robot non sanno (ancora) scrivere. Da quattro anni mi occupo di Intelligenza Artificiale Generativa e, in questa disciplina, vedo una buona sintesi della mia carriera professionale: ho iniziato a lavorare come programmatore nel 1998 (tesi), per poi passare al mondo dell’arte, della creatività e del marketing (antitesi) e oggi mi occupo di una tecnologia in grado di creare contenuti creativi (sintesi). Sono co-fondatore di Oblique.ai, un’agenzia basata su Intelligenza Artificiale Generativa, e di PromptDesign.it, il primo e più completo corso in Italia sull’Intelligenza Artificiale Generativa. A queste attività affianco l’insegnamento in SDA Bocconi dove sono Fellow di Innovation e la scrittura, da sempre una delle mie più grandi passioni. Il futuro invece è ancora «unwritten» è probabilmente, almeno in parte, lo scriverò insieme a una qualche Intelligenza Artificiale.

Come sta cambiando il suo lavoro e quanto conta per lei immaginare il futuro?
Con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale Generativa il mio lavoro, come qualsiasi altro lavoro, sta cambiando molto e cambierà sempre di più. Alcuni lavori si evolveranno, altri scompariranno e altri nasceranno, come per esempio il lavoro del Prompt Designer, ovvero un professionista con le competenze necessarie e la mentalità giusta per saper dialogare con tecnologie di Intelligenza Artificiale Generativa come chatGPT o Midjourney, così da essere in grado di generare testi, immagini e ottimizzare i processi di produzione in azienda attraverso la scrittura di «prompt». Per capire la portata di questa rivoluzione tecnologica, una recente ricerca condotta da IBM ha mostrato che il 40% degli impiegati a livello mondiale (pari a circa 1,4 miliardi di persone) dovrà effettuare una formazione aggiuntiva (detta reskill) entro i prossimi tre anni. Di fronte a questo scenario, quindi, saper immaginare il futuro è essenziale. Oggi infatti non abbiamo un gap di tecnologia che è sempre più accessibile e facile da utilizzare. Ma un gap di immaginazione. Oggi quello che manca è la capacità di immaginare cosa potremo fare un domani con la tecnologia. E questa è una competenza prettamente umana.

Quale artista la fa pensare al futuro?
Direi qualsiasi artista. Penso infatti che immaginare il futuro sia una prerogativa essenziale di qualsiasi artista. Potrei rispondere con Orson Welles, che durante un’intervista quando un presentatore americano gli chiese se fosse d’accordo con chi sosteneva che il suo film “Quarto Potere” fosse il più gran film mai girato, rispose: «No, certamente no, ma il mio prossimo lo sarà». Così il presentatore gli chiese se potesse anticipargli il titolo del suo prossimo film e Welles rispose: «Non ho ancora deciso quale film sarà». Questo è un atteggiamento tipico degli artisti o degli imprenditori: essere sicuri che qualsiasi cosa accadrà nel futuro, saranno in grado di renderla migliore di quella che hanno fatto nel passato. Non a caso la risposta di Welles ricorda molto quella di Enzo Ferrari, che quando gli fu chiesto quale fosse il suo modello di Ferrari preferito, lui rispose il prossimo modello o Pablo Picasso che alla domanda: «Qual è il suo periodo preferito?» Picasso rispose: «Il prossimo!».

1. Luigi Fassi
2. Cristina Pozzi
3. Davide Oldani
4. Mario Cucinella
5. Stefano Buono
6. Antonio Calabrò


 

Redazione GdA, 19 ottobre 2023 | © Riproduzione riservata

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