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Veronica Rodenigo
Leggi i suoi articoliÈ caos nel capoluogo della Marca. Il primo cittadino Giovanni Manildo, spalleggiato dalle associazioni di categoria, è deciso a riportare nella città del Sile Marco Goldin entro l’autunno con un’esposizione dal titolo alquanto criptico: «Treviso e il mondo». Luogo prescelto: il civico Museo di Santa Caterina, ex complesso conventuale di origine trecentesca comprendente l’omonima chiesa e una pregevole collezione che spazia dall’archeologia a Bellini, Tiziano, Lotto, Bassano, Tiepolo, Longhi sino ad Arturo Martini. La struttura (che attende l’apertura del nuovo Museo civico Luigi Bailo per trasferirvi le opere novecentesche), per spazi e consistenza della collezione, poco si addice al progetto ma l’amministrazione comunale sembra avere molta fretta tanto d’aver approvato con una delibera della Giunta (19 dicembre 2014) il via libera ai lavori di adeguamento funzionale e impiantistico per adattare le sole tre sale più ampie alle esigenze dell’evento temporaneo. Il risultato previsto? Parziale disallestimento del museo, perdita delle attuali aule didattiche e delle conferenze trasformate in bookshop e guardaroba, creazione di una duplice biglietteria. Abbandonata, in virtù dell’intervento della Soprintendenza ai Beni architettonici, l’idea di chiudere il chiostro più piccolo con vetrate per agevolare il passaggio del pubblico. Una parte della cittadinanza però è insorta e, organizzatasi nel comitato Santa Caterina Bene Comune, ha iniziato una raccolta di firme e organizzato incontri con la collettività per spiegare le criticità del progetto dal costo di 1.225.000 euro, che la Municipalità pensa di coprire principalmente tramite privati e agevolazioni derivanti dall’ArtBonus. In città si è dunque scatenato lo scontro tra i difensori dell’integrità della struttura museale, sostenuta anche da Anmli (Associazione Nazionale Musei Locali), e chi spera di godere dei proventi di un turismo mordi e fuggi come ai tempi di Ca’ dei Carraresi. Cronaca delle ultime settimane: la polemica monta tra sopralluoghi delle Soprintendenze competenti (in attesa di ricevere un progetto esecutivo che, mentre andiamo in stampa, ancora non c’è, nonostante l’avvio del disallestimento delle sale didattica e conferenze), incertezze da parte dello stesso Goldin (che chiede garanzie pena la rinuncia al progetto), confuse affermazioni e smentite della stampa locale come l’annunciato nulla osta della Soprintendenza ai Beni artistici, in realtà non ancora giunto per le ragioni sopra citate. Intanto, del milione abbondante necessario all’operazione, solo 180mila euro risultano raccolti. Il sindaco Manildo si dice convinto nel proseguire il progetto e il consigliere Daniela Zanussi s’interroga preoccupata sugli oneri non calcolati che graveranno sulle casse comunali (come costi di manutenzione e personale). Gli introiti di qualsiasi natura derivanti dallo svolgimento della mostra saranno infatti (come da copione) a esclusivo beneficio di Linea d’Ombra, la società di Goldin. Mentre andiamo in stampa, stando a quanto diffuso dalla «Tribuna di Treviso», Marco Goldin avrebbe chiesto tramite il suo legale una penale di tre milioni di euro «nel caso la mostra dovesse saltare a ridosso della data prevista», nonostante non sia stato firmato ancora alcun accordo tra Comune e società del curatore.

Il civico Museo di Santa Caterina
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