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Redazione GDA
Leggi i suoi articoliDurante la chiusura forzata imposta dall’emergenza coronavirus i musei non devono abbassare la guardia né sulla sicurezza né sugli standard necessari per preservare opere d’arte, reperti e testimonianze storiche. Nelle settimane dei musei sbarrati Icom Italia, sezione nazionale dell’International Council of Museums, in un documento appena pubblicato online, mette nero su bianco come oggi più che mai siano essenziali la tutela delle opere, la vigilanza sul posto e a distanza (come conferma il furto dell’opera di Van Gogh al Singer Museum di Laren in Olanda, avvenuto il 30 marzo), così come il controllo puntuale dei sistemi di allarme e del microclima.
In più, il ramo italiano dell’Icom invita i responsabili di raccolte d’arte e istituti a cogliere l’occasione per unire le forze sulla sicurezza (quella «da remoto», per esempio), affinché affrontino una sfida inedita compiendo una sorta di salto culturale anche sull’uso delle tecnologie e del web. Non ultimo, il Comitato italiano chiede che il Governo consenta alle imprese impegnate nel settore di muoversi in sicurezza, come in altri campi reputati indispensabili.
Sono «raccomandazioni», l’Icom non lancia allarmi. Piuttosto invita a tenere alto il grado di salvaguardia nelle raccolte d’arte o d’altro genere, compresi siti archeologici, giardini storici e aree verdi. La «tutela» va garantita anche nei depositi. E, ancora, i responsabili dei musei devono assicurarsi di avere edifici integri e che i vari impianti «idraulici, elettrici, climatizzazione, antincendio ecc.» siano perfettamente in funzione. Icom Italia raccomanda inoltre una «manutenzione programmata», pratica che peraltro dovrebbe essere un’abitudine sempre e ovunque, e la verifica costante su «situazioni di rischio» nel microclima degli ambienti. Alle esortazioni Icom Italia aggiunge altre voci. Come quando invita quei musei già in rete tra loro a condividere personale e servizi ed esorta chi fa da sé ad associarsi con altri.
Come hanno reagito all’emergenza gli istituti di cultura italiani? Per i membri del Comitato hanno risposto «con prontezza, e anche con inesauribile creatività e entusiasmo» e hanno sperimentato «modalità alternative di fruizione, tali da determinare un punto di svolta irreversibile nel rapporto con il pubblico». È da registrare che la Regione Umbria, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio umbra e il Nucleo Tutela del Patrimonio dei Beni culturali dei Carabinieri hanno già redatto un provvedimento che va nella direzione indicata dal documento di Icom Italia. Chissà se altre Amministrazioni regionali e Soprintendenze adotteranno iniziative simili.
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