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Redazione GDA
Leggi i suoi articoliMilano. Da vicedirettore a direttore: è Alessandro Rabottini il successore di Vincenzo de Bellis alla direzione artistica di miart, la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea di Milano. Una scelta «di continuità», quella dei vertici di Fiera Milano, «per proseguire nel percorso di eccellenza internazionale intrapreso dalla manifestazione, anche quest’anno al centro dell’attenzione della comunità artistica e dei media di tutto il mondo», come ha sottolineato Corrado Peraboni, ad di Fiera Milano.
E mentre de Bellis si prepara a ricoprire, da quest'estate, il ruolo di curatore per le arti visive del Walker Art Center di Minneapolis, Rabottini (già capocuratore alla GAMeC di Bergamo dal 2001 al 2012 e Curator at Large al Madre di Napoli dal 2012 al 2015), si metterà subito all'opera per lavorare alla ventiduesima edizione di miart, in programma dal 31 marzo al 2 aprile 2017.
Il tandem de Bellis-Rabottini ha funzionato sin dall'insediamento del primo alla direzione artistica di miart; dal 2013 al 2015, al secondo ha fatto capo il coordinamento curatoriale della fiera e, nella scorsa edizione, la vicedirezione. «Sono onorato di assumere questo nuovo ruolo all'interno di miart, ha dichiarato Rabottini, dopo aver fatto parte per quattro anni del team guidato da Vincenzo de Bellis, che ringrazio per avermi voluto con sé fin dall'inizio del suo mandato. Sono stati anni entusiasmanti per l'energia con cui la città, le gallerie, i collezionisti, le istituzioni, la stampa e il pubblico hanno contribuito al nostro lavoro, e sento una grande responsabilità nell'ereditare un progetto così ricco di voci, prospettive e potenzialità. Attraverso il progetto di miart 2017 desidero continuare a sviluppare il contesto con cui la fiera ormai si identifica: un luogo di qualità e di scoperta, un crocevia di dialoghi tra storia e sperimentazione, arte visiva e design, tradizione e innovazione. Un luogo internazionale, ma frutto di un lavoro e di un'identità italiani».
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Alessandro Rabottini. Foto: Mark Blower
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