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Russel Page, Il giardino di Villa Silvio Pellico, Moncalieri (Torino), 2014, particolare: il labirinto centrale di bosso e i ciliegi in fiore © Raimonda Lanza di Trabia Gamna

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Russel Page, Il giardino di Villa Silvio Pellico, Moncalieri (Torino), 2014, particolare: il labirinto centrale di bosso e i ciliegi in fiore © Raimonda Lanza di Trabia Gamna

Mentre Londra celebra Russel Page, New York distrugge il giardino della Frick

Giovanni Pellinghelli del Monticello

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Londra e New York. Il Garden Museum di Londra celebra con la mostra «The Education of a Gardener: The Life and Work of Russel Page (1906-1985)», dal 25 marzo al 21 giugno, uno dei più celebrati architetti di giardini del Novecento. Russell Page ebbe formazione artistica prima alla Slade School of Fine Art della London University (1924-26,) allievo di Henry Tonks (colui che aprì agli Impressionisti le porte dell’arte in Inghilterra e che fu amico e mentore di Whistler e Sargent), poi a Parigi dal 1927 al 1932. Un’impostazione che resta evidente in tutte le sue opere di paesaggista, in cui geometria e armonia compositiva sono fuse in una concezione prettamente pittorica. In mostra, la prima retrospettiva dell'opera di Page, sono esposti oltre 50 dipinti, fotografie e disegni dall’archivio privato di Russell Page, dalla raccolta della Royal Horticultural Society e da collezioni pubbliche e private del Regno Unito, degli Stati Uniti e d’Europa. L’attività di Russell Page si è infatti sempre divisa fra la Gran Bretagna (dove la sua prima opera di rilievo furono nel 1930 i giardini di Longleat House per il 6° Marchese di Bath), gli Stati Uniti e l’Europa, lavorando per quella che allora si chiamava Café Society e poi jet-set: dai Duchi di Windsor al re Leopoldo III del Belgio a Maria Odescalchi Samminiatelli, dall’industriale francese Marcel Boussac (proprietario fra l’altro della Maison Christian Dior) allo stilista americano Oscar de la Renta. Fu molto attivo anche in Italia, dove fra gli anni Cinquanta e Sessanta realizzò il Giardino Botanico della Tenuta di San Liberato a Bracciano, il giardino di Villa Gazzoni a Bologna, quello di Villa Silvio Pellico a Moncalieri (che la mostra definisce il miglior giardino disegnato da Page fuori d’Inghilterra), il giardino di Villa d’Agliè a Torino, il parco della Landriana a Tor San Lorenzo (Roma) e i giardini della villa-museo La Mortella a Ischia, chiamato dall’amico Sir William Walton, fra i maggiori musicisti del XX secolo.
Fra gli altri suoi progetti più notevoli figurano i giardini dell quartier generale della PepsiCo a Purchase (New York) quelli del Castello di Leeds, commissionatigli dall’ultima proprietaria privata Lady Baillie, l’ereditiera anglo-americana Olivia Paget, il National Capitol Columns al Washington’s United States National Arboretum e il giardino della Frick Collection a New York, proprio quello che nel prossimo giugno, secondo i progetti approvati dal Board del museo, dovrà essere distrutto per lasciar posto agli ampliamenti degli edifici, a meno che la petizione lanciata dall’opinione pubblica non riesca a salvarlo.

Russel Page nei giardini di Villa d’Agliè 1960 circa © Villa d’Agliè

Russel Page nel 1931 © The Russell Page Estate

Russell Page, Il giardino della Frick Collection a New York © The Frick Collection Museum

Russel Page, Il giardino di Villa Silvio Pellico, Moncalieri (Torino), 2014, particolare: il labirinto centrale di bosso e i ciliegi in fiore © Raimonda Lanza di Trabia Gamna

Giovanni Pellinghelli del Monticello, 04 marzo 2015 | © Riproduzione riservata

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