Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

Il dipinto «I bari», oggetto della causa legale

Image

Il dipinto «I bari», oggetto della causa legale

Ma non è Caravaggio

Melanie Gerlis

Leggi i suoi articoli

Sotheby’s ha vinto una causa relativa a un’opera («I bari») che aveva attribuito a un «seguace» di Caravaggio e venduto nel 2006 all’asta a Londra al collezionista e studioso Denis Mahon (scomparso nel 2011) per un prezzo finale di 61mila euro (cfr. n. 329, mar. ’13, p. 60). Mahon successivamente identificò il dipinto come opera «di mano di Caravaggio» e ottenne per esso una licenza d’esportazione che riportava un prezzo stimato di vendita di circa 15 milioni di euro, secondo una richiesta di risarcimento presentata davanti all’Alta Corte di Giustizia di Londra all’inizio del 2013. Il querelante era Lancelot William Thwaytes, che aveva consegnato l’opera per un’asta del 2006 e rivendicava danni non meglio specificati, interessi e costi relativi alla differenza di prezzo tra i 61mila euro a cui era stato venduto il dipinto nel 2006 e «quello che era il suo vero valore di mercato nel 2006» se fosse stato attribuito a Caravaggio. Il querelante sosteneva che Sotheby’s non aveva messo in atto le necessarie ricerche e analisi prima della vendita dell’opera. Il 16 gennaio l’Alta Corte di Londra ha stabilito che la casa d’aste «non fu negligente nella sua valutazione del dipinto» e che «aveva tutte le ragioni per fidarsi della connoisseurship ed expertise dei suoi specialisti del dipartimento di dipinti antichi nella valutazione della qualità del dipinto».
Sotheby’s in un comunicato ha dichiarato di essere «lieta che la sentenza odierna abbia rigettato tutte le richieste presentate ai danni della società e che confermi come l’expertise Sotheby’s corrisponda ai massimi standard». I legali di Thwaytes dello studio Boodle Hatfield hanno rilasciato un comunicato dichiarando che il loro assistito «è estremamente deluso dalla decisione di questa mattina e ribadisce che Sotheby’s non è stata in grado di identificare il potenziale del dipinto». I legali hanno anche aggiunto di «aver dubbi sull’approccio usato dal giudice a proposito dei doveri di Sotheby’s nei confronti dei venditori».  In una lettera al «Corriere della Sera» del 19 gennaio, Vittorio Sgarbi commenta: «C’è una verità dei tribunali e una verità dell’arte. [...] Il dipinto di Mahon non può essere detto “falso”, ma semplicemente una replica più tarda, non autografa, di un altro pittore del Seicento». Thwaytes sta prendendo in considerazione un ricorso in appello. L’opera è in prestito di lungo termine al Museum of the Order of St John in Clerkenwell, a Londra.

Il dipinto «I bari», oggetto della causa legale

Melanie Gerlis, 17 febbraio 2015 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

I tagli al dipartimento di arte moderna e contemporanea africana di Sotheby’s sono solo uno dei segnali negativi per questo mercato precedentemente florido anche se le fiere dicono il contrario

Alto tasso di vendita, superiore al 90% dei lotti proposti, e aumento delle offerte provenienti dalla Cina continentale fanno registrare a Christie’s e Sotheby’s 828 milioni di HK$ in due, un buon risultato considerando la stagione difficile e il catalogo più esiguo delle precedenti edizioni

L’analista di economia dell’arte Melanie Gerlis ripercorre i recenti passi falsi di Sotheby’s nella strategia dei diritti sul compratore, oggetto di una rapida «inversione ad U»

Un acquarello raffigurante la Laguna di Venezia, fatto esaminare da un cliente al servizio di valutazioni digitale di Christie’s, andrà in asta il 4 febbraio a New York con una stima compresa tra 300 e 500mila dollari

Ma non è Caravaggio | Melanie Gerlis

Ma non è Caravaggio | Melanie Gerlis