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Redazione GDA
Leggi i suoi articoliDal 3 febbraio al 3 maggio Castel Sant’Angelo ospita la mostra «Lorenzo Lotto e i tesori artistici di Loreto», città in cui il geniale outsider della pittura rinascimentale veneziana chiuse la sua carriera nel 1556-57. Si tratta di una mostra di capolavori conservati nel Museo-Antico Tesoro della Santa Casa di Loreto, a cui si aggiungono alcuni importanti prestiti da raccolte pubbliche e private romane e non solo, nata come progetto espositivo di Artifex-Comunicare con l’arte e curata da Giovanni Morello. Cinquantuno le opere esposte tra dipinti, preziose oreficerie e ceramiche rinascimentali. Undici i lavori di Lorenzo Lotto, cinque lauretani in arrivo dalla Santa Casa (ma «Il battesimo di Gesù» verrà esposta al Museo di Palazzo Venezia; «San Cristoforo con il Bambino Gesù tra i santi Rocco e Sebastiano», 1532-33; nella foto), la copia anastatica del celebre «Libro di spese diverse», diario del pittore dal 1538 alla sua morte trascritto e pubblicato da Adolfo Venturi nel 1895, ovviamente il «San Girolamo» di Castel Sant’Angelo, tre belle opere conservate in città come «Il balestriere» dei Musei Capitolini, il «Ritratto di gentiluomo» della Borghese, il «Cristo e l’adultera» della Galleria Spada e un «Gentiluomo con cane pastore bergamasco» da collezione privata veneziana. La mostra è organizzata in vista di un nuovo allestimento delle raccolte, più scientifico e più razionale, dopo la ristrutturazione del museo del 1997. Al nucleo lottesco segue una sezione specificatamente «lauretana», con tele di Annibale Carracci, Andrea Sacchi, Mariano Fortuny e altri ispirati al miracolo della traslazione della Santa Casa. L’allestimento prosegue con opere un tempo nella basilica finite poi nel museo, tra cui dipinti di Perin del Vaga, Pomarancio, Guido Reni, Filippo Bellini e Simon Vouet. Si chiude con le oreficerie, scampate alle razzie napoleoniche e a un grave furto recente, tra cui un piccolo splendido crocifisso in argento del Giambologna donato nel 1573 dalla granduchessa Giovanna d’Austria in pellegrinaggio alla Santa Casa, e con una quindicina di ceramiche cinquecentesche di ambito urbinate.
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