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Longhi dall’occhio lungo

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Redazione GDA

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«Caravaggio è il primo pittore di epoca moderna, poiché ha tentato di essere naturale e comprensibile, umano più che umanista, in una parola popolare», si leggeva nell’introduzione della mostra milanese «Caravaggio e i Caravaggeschi» del 1951, curata da Roberto Longhi (1890-1970), che al pittore lombardo dedicò importanti studi. È dunque con una sezione dedicata a Caravaggio che si apre la mostra «Da Giotto a Caravaggio. Le passioni di Roberto Longhi», al Musée Jacquemart-André dal 27 marzo al 20 luglio e curata da Mina Gregori, presidente della Fondazione Longhi di Firenze, con Maria Cristina Bandera, direttrice scientifica della Fondazione, e Nicolas Sainte Fare Garnot, conservatore al Musée Jacquemart-André. Di Caravaggio sono esposte tre dipinti: il «Ragazzo morso da un ramarro» (una versione posteriore è conservata alla National Gallery di Londra) prestato dalla Fondazione Longhi, l’«Incoronazione di spine» della Collezione Banca Popolare di Vicenza e «L’amore dormiente» della Galleria Palatina di Firenze. La rassegna riunisce anche il «San Giovanni Evangelista» e il «San Lorenzo» di Giotto dell’Institut de France e una «Madonna col Bambino» di Masaccio, dagli Uffizi. Dalla Fondazione Longhi arrivano inoltre il «San Tommaso» di Jusepe de Ribera e «L’arcangelo Raffaele e la famiglia di Tobia» di Matthias Stomer. Ci sono poi opere di Masolino, Piero della Francesca, Cosmè Tura, Bartolomeo Manfredi e Mattia Preti.




Redazione GDA, 03 marzo 2015 | © Riproduzione riservata

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