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Vittorio Bertello
Leggi i suoi articoliLondra. L'asta di Phillips, la prima delle vendite di arte del XX secolo e contemporanea londinesi, si è conclusa ieri sera con un incasso totale di 24,6 milioni di sterline (; in euro: 31,6 milioni, diritti compresi, cifra sotto le stime preasta di circa 37-55 milioni di euro, anche tenuto conto che le stime non comprendono i diritti sul compratore), con percentuali di venduto dell’80% per ammontare e del 79% per numero di lotti.
Il pezzo più importante della vendita, un «Achrome» di Piero Manzoni del 1958, che proveniva da una collezione newyorkese ed era stimato tra 6,4 e 9 milioni di euro, ne ha fruttati 7,15, diritti compresi. «Legno», 1959, di Alberto Burri, è stato invece consegnato alla casa d’aste di Berkeley Square da una collezione privata europea; stimato 2,3-3,2 milioni di euro, ha cambiato proprietario per 2,55 milioni. Esito felice, ma entro le stime, anche per un «Concetto spaziale. Attese» del 1965 (tre tagli bianco) di Lucio Fontana giunto a Phillips da una collezione scandinava: quotato 1,3-1,9 milioni, è passato di mano per 1,83 milioni. Quarto tra gli artisti italiani è arrivato Mimmo Rotella, che ha fatto registrare il record mondiale d’asta con 1,39 milioni di euro (contro stime di 510-770mila) per un suo décollage senza titolo del 1964. Il prezzo raggiunto, alla cifra nominale in sterline, raddoppia il record precedente dell'artista, realizzato nel 2003 da Sotheby’s a Londra.
Nel catalogo di Phillips gli italiani erano ancora rappresentati da Agostino Bonalumi (con «Rosso», un’opera del 1966, venduta a 265mila euro contro una valutazione di 260-380mila) e Pier Paolo Calzolari (qui una sua opera del 1972 con stime comprese tra 190 e 260mila euro è arrivata fino a 234mila).
Tra le altre aggiudicazioni, si notano i 2,84 milioni per un dipinto del 1911 di Alexei Jawlensky (quotato 2,6-3,8), gli 1,83 milioni per un’opera del 2011 di Glenn Ligon (contro stime di 1,5-2,3) e gli 1,5 milioni per un dipinto del 1956 di Jean Dubuffet («Bain de soleil», valutato 640-900mila euro).

Un «Achrome», 1958, di Piero Manzoni: proveniente da una collezione newyorkese e stimato 6,4-9 milioni di euro, ne ha fruttati 7,15. Foto: © courtesy of Phillips / Phillips.com
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