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Luana De Micco
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La mostra «Rembrandt intimo», che si tiene dal 16 settembre al 23 gennaio al Musée Jacquemart-André, ruota attorno ai tre dipinti del pittore olandese (1606-69) appartenenti al museo, «I pellegrini di Emmaus» (1629), il «Ritratto della principessa Amalia von Solms» (1632) e il «Ritratto del dottor Arnold Tholinx» (1656) e riunisce una ventina di dipinti e una trentina di disegni, con prestiti dal Metropolitan di New York, dalla National Gallery di Londra e dall’Ermitage di San Pietroburgo. Secondo un percorso cronologico, la prima sezione si concentra sugli anni della giovinezza a Leida e dei primi lavori tra il 1625 e il ’31. A «I pellegrini di Emmaus» sono accostati «La parabola dell’uomo ricco», in arrivo dalla Gemäldegalerie di Berlino, e «San Paolo al tavolo di lavoro» del Germanisches Nationalmusem di Norimberga.
La seconda sezione si sofferma sugli anni di Amsterdam e i «primi trionfi». È allestita un’ampia selezione di disegni che permette di ricostruire il processo creativo del lavoro dell’artista, tra cui un «Autoritratto» prestato dal Kupferstichkabinett di Berlino, e una serie di tele sul tema della Passione di Cristo, come l’«Ecce Homo» in arrivo da Londra.
La terza sezione è dedicata agli anni della maturità (1652-69), quando Rembrandt è al culmine del suo talento, un equilibrio perfetto tra libertà stilistica ed eccellenza tecnica. Ne sono un esempio la serie delle «Tre Croci» e il «Cristo presentato al popolo» (1654).
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