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La Belle Ferronnière è la star della mostra milanese

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La Belle Ferronnière è la star della mostra milanese

Leonardo a Milano: una mostra miliardaria senza 1 euro di soldi pubblici

Stefano Luppi

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Milano. Non solo una delle mostre più importanti di ogni tempo dal punto di vista scientifico, ma anche la più ampia per numero di opere autografe esposte: «Leonardo da Vinci 1452-1519», a Palazzo Reale dal 16 aprile al 19 luglio (Cfr.  Vernissage apr. ’15, pp. 4-5, a cura di Maria Teresa Fiori e Pietro C. Marani, catalogo Skira) assomma molti record per il settore espositivo italiano.
Ieri nel corso della conferenza stampa a Palazzo Reale, sede dell’esposizione, sono emersi altri primati sull’appuntamento dedicato al genio di Vinci, senz’altro l’artista più universale al mondo e per questo scelto in occasione dell’imminente Expo milanese. I numeri sono stati forniti nel corso della visita riservata ad esperti e giornalisti: la rassegna è costata 4,5 milioni di euro, di cui 3,5 forniti da Skira e il resto da altri sponsor tra cui Snam e Bank of America Merrill Lynch, mentre il valore di assicurazione delle opere (in tutto 200, di cui 43 dipinti di Leonardo e molti altri artisti, 20 sculture, 108 disegni e 40 fogli di codici per la stragrande maggioranza del protagonista) raggiunge i 2,5 miliardi di euro.
Massimo Vitta Zelman, presidente di Skira e coproduttore della rassegna con la sua casa editrice spiega che «Questa rassegna non sarebbe nata senza la collaborazione del Comune, con il quale abbiamo dato vita negli anni a una trentina di mostre, e senza l’apporto di tanti illustri prestatori tra cui il Louvre che ha inviato tre dipinti del maestro e la Royal Collection di Windsor che ha fornito 30 disegni. È una mostra nata senza un euro di denaro pubblico, visto che i contributi sono stati tagliati in modo drammatico». Star della rassegna, in mezzo a tanti capolavori tra cui l’Uomo Vitruviano, la Testa maschile coronata da alloro, lo Studio di braccia per Cecilia Gallerani, la «Scapiliata» di Parma, il San Girolamo dei Musei Vaticani e il paesaggio del 5 agosto 1473, era senza dubbio il Ritratto di dama del Louvre: La Belle Ferronnière era letteralmente accecata dai flash dei telefonini. Gesti che ricordano molto da vicino quanto avviene ogni giorno a Parigi con la Gioconda. Ieri nelle sale di mostra alcuni esperti dibattevano se questa rassegna è più o meno importante rispetto a «Leonardo, painter at the Court of Milan», tenuta nel 2012 alla National Gallery di Londra. A favore di Milano giocava nelle opinioni l’amplissima presenza dei disegni che permette di collocare bene Leonardo nel suo tempo, contro Milano gioca forse la presenza, in Inghilterra, di opere non giunte in Italia come la Dama con l’Ermellino (a Milano fu esposta nel 1998, alla Pinacoteca di Brera, generando code chilometriche, Ndr) e soprattutto le due versioni inglese e francese de La Vergine delle rocce.

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Stefano Luppi, 15 aprile 2015 | © Riproduzione riservata

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