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Soprallugo con Petrit Halilaj presso la scuola di Borgata Valdibà a Dogliani © Andrea Guermani

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Soprallugo con Petrit Halilaj presso la scuola di Borgata Valdibà a Dogliani © Andrea Guermani

Elena Valsania e Christian Grappiolo - Feliz

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Come un seme che, sospinto dal vento, supera prati, boschi, città e colline, si posa su nuovi terreni, radicherà e darà vita a una nuova pianta che a sua volta produrrà nuovi semi, così ci piace immaginare le opere di arte pubblica del progetto Radis, e quella che presto sorgerà sulle colline di Dogliani. L’arrivo dell’opera di un artista in un territorio periferico, lontano dai grandi centri dell’arte contemporanea, rappresenta un’incredibile occasione di crescita per le comunità locali e siamo felici di poter accompagnare gli alunni delle classi dell’Istituto Comprensivo di Dogliani in questo viaggio, coinvolgendoli nella scoperta dell’arte contemporanea e dell’arte pubblica, degli universi di senso che possono esprimere e della loro reale possibilità di incidere sulla vita delle persone. Nell’attesa dell’opera, che potremo ammirare solo nell’ottobre 2025, abbiamo iniziato a preparare il terreno, entrando nelle classi nelle ultime settimane dell’anno scolastico, conoscendo i ragazzi e gli insegnanti, e iniziando a parlare di arte contemporanea, di arte pubblica. Rispetto allo scorso anno però, dove per la prima edizione di Radis a Rittana conoscevamo solo il luogo in cui sarebbe arrivata l’opera ma non sapevamo chi sarebbe stato l’artista che l’avrebbe creata, quest’anno conosciamo sia il luogo che l’artista. Abbiamo quindi qualche indizio in più sul seme che si poserà a Dogliani! 

Borgata Valdibà, © Andrea Guermani

Petrit Halilaj all'interno della scuola di Borgata Valdibà a Dogliani © Andrea Guermani

Ci siamo emozionati molto quando la curatrice Marta Papini ci ha parlato del lavoro di Petrit Halilaj. La potenza della sua poetica risiede nel fatto che è veramente in grado di parlare a tutti, superando le barriere dell’età, delle culture e dell’appartenenza. Il suo lavoro sulla memoria, sull’identità e la lingua, sulla ricerca di un nido e sul desiderio di libertà non hanno confini e il suo linguaggio è così semplice e diretto che non incute mai quel timore che l’arte contemporanea può talvolta suscitare in coloro che non soliti frequentarla. Agli alunni delle classi delle scuole primarie di Piozzo, Dogliani e Farigliano abbiamo raccontato che un’opera sarebbe stata inaugurata a ottobre nella Borgata Valdibà, sul terreno dove si trova l’edificio dell’antica scuola elementare della borgata, un edificio pericolante e abbandonato da anni. «L’attesa» dell’opera di Petrit Halilaj, intrisa di riferimenti alla sua storia personale e collettiva è diventata così il punto di partenza per esplorare il passato della comunità locale, attraversando la complessità del luogo e la stratificazione del tempo. Abbiamo giocato con la fantasia invitando i bambini a visualizzare gli alunni di quella scuola che, sotto il sole o in mezzo alla neve, arrivavano ogni giorno dalle colline circostanti. Non è difficile immaginarli: a Valdibà, da qualunque lato ci si giri, sembra di affacciarsi su un enorme mare di colline.

 

Un ex maestro e un ex alunno della scuola di Borgata Valdibà a Dogliani © Andrea Guermani

Interno della scuola di Borgata Valdibà a Dogliani © Andrea Guermani

Abbiamo provato a immaginare cosa quell’edificio avesse significato per ognuno di quegli alunni, oggi anziani, ma che pochi decenni fa erano stati anch’essi bambini. Abbiamo provato a sentire con loro l’orgoglio di imparare a leggere e a scrivere, la gioia di incontrare gli amici, forse la paura di sbagliare, di non essere all’altezza. L’indipendenza conquistata ogni giorno raggiungendo la scuola da soli, o magari con qualche amico chiacchierando lungo tutto il percorso. Gli scherzi. I litigi. Il freddo invernale. La stufa accesa con i ceppi che a turno ognuno portava da casa. Il maestro. Una lavagna. Negli anni ’60 l’edificio ha perso la sua funzione scolastica, ma ne ha assunto altre, meno evidenti. Alcuni spazi hanno iniziato a essere utilizzati come deposito per le attività agricole. Tanti piccoli esseri viventi hanno eletto la vecchia scuola a proprio luogo di residenza: lumachine, uccelli, insetti, fili d’erba. Insieme ai bambini abbiamo osservato lo spazio anche da questi insoliti punti di vista: dagli interstizi dei muri, dal sottosuolo o dall’alto, a mezz’aria. Abbiamo provato a immaginare il sentire di questi esseri, così diverso dal nostro. Esseri che, probabilmente, già avevano abitato quel luogo anche prima che la scuola venisse costruita. E poi ci siamo chiesti quali significati potesse avere assunto quel luogo oggi per gli umani. Non più vissuto, silenzioso. Si è riempito di ricordi, di storie, di nostalgia. Quindi che fare? Come si può dare un nuovo significato a un luogo frutto della stratificazione delle memorie umane ma anche del proliferare della natura stessa, indipendentemente dalla presenza umana?

Dal laboratorio L’Attesa, parte del programma educativo dello Studio Feliz per Radis

Dal laboratorio L’Attesa, parte del programma educativo dello Studio Feliz per Radis

Come un’opera d’arte può riuscire a trasformarlo e a fare sì che ricominci a vivere e a parlare? Come dare vita a un’opera «accogliente», che riesca a innescare nuovi pensieri e a creare comunità intorno a sé? Un’opera che sappia parlare allo stesso tempo a coloro che quel luogo l’avevano vissuto da bambini ma anche a coloro che non ci sono mai stati. Ai bambini di oggi. Agli adulti. A chi a Dogliani ci è nato e vissuto, a chi ci è appena arrivato e a chi è solo di passaggio. Agli insetti, agli uccelli e agli animali selvatici. Queste sono le sfide che abbiamo lanciato ai bambini. Ogni alunno si è quindi immedesimato nell’artista incaricato di concepire un’opera di arte pubblica per la borgata Valdibà, sul terreno in cui sorgeva la scuola. Ha immaginato quel luogo per un attimo vuoto e poi ha iniziato a riempirlo di significati, di forme, fino ad arrivare a figurarsi e a disegnare la bozza del progetto di un’opera. Ne sono usciti molti progetti, tutti diversi. Come sono diversi tutti i bambini, con il loro coraggioso e coloratissimo ventaglio di esperienze, sentimenti e di sogni.A ottobre ripartiremo. Con gli strumenti di cui ci siamo dotati, potremo entrare ancora meglio in sintonia con l’opera di Petrit Halilaj e godere appieno di ciò che nel frattempo avrà creato per tutti noi a Valdibà. Inizierà poi l’ultima fase del progetto didattico in cui gli alunni sperimenteranno concretamente i linguaggi e le tecniche dell’arte contemporanea e, a loro volta, tutti insieme, daranno vita a una grande opera collettiva per il proprio territorio. Sarà di nuovo un grande ed effimero monumento che richiamerà con leggerezza la sensibilità e la poetica di Petrit Halilaj.

Elena Valsania e Christian Grappiolo - Feliz, 04 agosto 2025 | © Riproduzione riservata

Le nuove tappe del viaggio di Radis | Elena Valsania e Christian Grappiolo - Feliz

Le nuove tappe del viaggio di Radis | Elena Valsania e Christian Grappiolo - Feliz