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Michela Moro
Leggi i suoi articoliI Wannenes, mercanti d’arte fiamminghi, arrivarono a Genova all’inizio del Seicento, definito «Il Secolo dei Genovesi» per la potenza, lo splendore e la ricchezza della città, centro di scambi artistici, visitata da Rubens, van Dyck e Mattia Preti e che vide la nascita del Barocco genovese. Nella scia della storia e della lunga tradizione familiare, la Casa d’Aste Wannenes nasce a Genova nel 2001, per poi espandersi a Roma dal 2003, a Milano dal 2008, da poco a Palazzo Recalcati, e nel 2017 a Monte Carlo in partnership con Art Contact. È diretta dall’ amministratore delegato Guido Wannenes; consta di quindici dipartimenti, tra cui Dipinti Antichi, Asian Art, Arte Moderna e Contemporanea e Memorabilia & Collectables. Il Dipartimento Trattative Private & Uniche Proprietà si occupa della gestione e della vendita in asta di intere collezioni e prestigiose residenze. La parola a Guido Wannenes.
Com’è andato il 2019, qual è la previsione per il 2020?
Il 2019 è stato un ottimo anno per la nostra Casa d’Aste, che ha registrato una crescita del 16% rispetto all’anno precedente, con un fatturato di oltre 20 milioni di euro e due record price superiori a 1 milione di euro. Gioielli, Design e Arte Moderna sono i settori che hanno ottenuto le migliori performance e tutti gli altri dipartimenti hanno consolidato le loro quote di mercato. Abbiamo poi aggiunto al ventaglio delle nostre proposte i Vini, in partnership con Gambero Rosso, e le Auto, battute durante Milano Autoclassica, realizzando da subito ottimi risultati e grande interesse da parte dei collezionisti italiani e internazionali. Nel 2020 l’obiettivo è di rafforzare il segmento arte (Dipinti Antichi e del XIX secolo, Arte Moderna, Design, Argenti, Arredi) e di implementare il segmento lusso (Gioielli, Orologi, Vini, Auto e Fashion Vintage), favoriti dalla nostra sede di Monte Carlo che si aggiunge alla nuova sede milanese di Palazzo Recalcati e a quelle di Genova e Roma.
Come valuta il mercato italiano?
Negli ultimi anni la crescita e l’impegno delle case d’asta italiane ha valorizzato il mercato interno, dimostrando che i clienti internazionali sono disposti a spendere anche in Italia cifre importanti per i capolavori. Il digitale ha reso la comunicazione immediata, se c’è un’opera importante a Milano i collezionisti ne vengono a conoscenza subito e ci chiedono il condition report. Continuo a pensare che la condizione essenziale per poter ancora crescere sia risolvere l’annosa questione dell’esportazione delle opere trovando una sintesi tra interessi privati e tutela del patrimonio.
Chi sono i collezionisti di oggi, che cosa comprano e perché?
È difficile tracciare un profilo unico, perché internet ha ampliato notevolmente il bacino dei collezionisti, basti pensare che nel 2019 gli acquirenti stranieri sono stati quasi il 60%. Con un palcoscenico così ampio gli stimoli che portano all’acquisto possono essere molteplici: collezionismo, semplice passione, gusto per l’arredamento, volontà di investire, volontà di diversificare il patrimonio.
Quali sono i vostri top lot dell’anno?
Tre su tutti: 2.976.000 euro per una coppia di orecchini con zaffiri cachemire, 1.625.100 euro per «Le civilizateur», un olio su tela di René Magritte e il world record price per «Croisière», un’opera di Raoul Du Gardier aggiudicata a 272.800 euro.
In quale settore concentrerete le vostre energie e su che cosa suggerite di investire?
Vogliamo continuare a investire su tutti i dipartimenti, nella convinzione che bisogna dare un servizio impeccabile ai clienti in tutti i filoni del collezionismo. Quanto agli investimenti la regola è sempre una: bisogna investire nella qualità. Chi lo ha fatto ha sempre realizzato ottimi risultati al di là del settore coinvolto.
Anticipazioni per il 2020?
Non vogliamo svelare con troppo anticipo le novità del 2020, ma possiamo dire che passerà sotto il martello del battitore una ben nota collezione italiana e che auto e vini riserveranno sorprese importanti.
Riuscite ad attrarre compratori e venditori stranieri?
Come detto gli acquirenti stranieri nel 2019 hanno rappresentato più del 60% del fatturato suddiviso tra buyer di 52 nazioni diverse. Un risultato ottenuto grazie alla qualità delle opere proposte, ai notevoli investimenti fatti nel web e all’apertura della nostra sede di Monte Carlo (in partnership con Art Contact): Wannenes è infatti l’unica casa d’aste italiana a organizzare aste con un calendario fisso in tre diverse location Milano, Genova e, appunto, Monte Carlo.
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