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Vincent Noce
Leggi i suoi articoliL’indagine francese sul vasto traffico di antichità egizie che ha catturato l’attenzione pubblica la scorsa primavera ha subito una brusca inversione di tendenza in seguito alla richiesta di un pubblico ministero della corte d’appello di ritirare tutte le accuse contro l’ex presidente del Louvre Jean-Luc Martinez e il curatore Jean-François Charnier.
Entrambi gli uomini sono stati incriminati per «complicità» e per «aver facilitato le acquisizioni» da parte del Louvre Abu Dhabi in relazione all’indagine che ha coinvolto numerosi mercanti e importanti istituzioni artistiche, tra cui il Metropolitan Museum of Art di New York.
La Camera annuncerà la sua decisione il 3 febbraio prendendo in esame tale richiesta eccezionale in contraddizione con il parere dei magistrati che hanno condotto l’indagine penale. Dal canto suo, il pubblico ministero ha dichiarato che non c’erano prove concrete a sostegno delle accuse contro i due uomini e, inoltre, che la procedura contro Martinez era stata ostacolata dalla tardiva comunicazione di una scoperta.
Se la Camera accoglierà la richiesta, Jean-François Charnier diventerà «testimone assistito» del caso e Jean-Luc Martinez potrebbe essere completamente escluso dal processo, anche se il nuovo giudice Sophie Aleksic, nominato a settembre per condurre l’inchiesta, potrebbe rivalutare il suo ruolo.
In ogni caso, la richiesta del pubblico ministero getta un’ombra sulla direzione intrapresa dall’indagine nel prendere di mira i curatori. Entrambi gli uomini sono stati oggetto di una grande attenzione da parte dei media in seguito a fughe di notizie rimbalzate sulla stampa, e Charnier è stato successivamente licenziato dal suo incarico di consulente per lo sviluppo del museo per il progetto sul patrimonio culturale franco-saudita nella provincia saudita di Al-Ula.
Ma l’attenzione del procuratore non si è rivolta solamente verso Martinez e Charnier, e ha anche chiesto di mantenere le accuse di traffico illecito contro Roben Dib, direttore della galleria Serop Simonian di Amburgo, detenuto a Parigi da marzo. Nei confronti di Serop Simonian, presunto principale fornitore delle antichità egizie vendute al Metropolitan Museum e al Louvre Abu Dhabi per oltre 55 milioni di euro, è ancora pendente un mandato di arresto in Germania.
Nel frattempo, un rapporto su come migliorare le procedure di acquisizione dei musei sarà consegnato al ministro della cultura francese, Rima Abdul-Malak, poco prima della sua partenza per Abu Dhabi per commemorare il quinto anniversario del museo degli Emirati l’11 novembre.

L’indagine che ha coinvolto l’ex direttore del Louvre Jean-Luc Martinez insieme al curatore Jean-François Charnier sta diventando sempre più complessa © Louis Paulin
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