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L’arte della rielaborazione

Vittorio Bertello

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L’asta di Boetto propone tra l’altro una serie di pezzi di alta epoca «rivisti» nell’Ottocento in stile neorinascimentale

La casa d’aste genovese Boetto ha fissato per il 22 e 23 febbraio le date di un’asta di antiquariato, composta da circa 650 lotti, strutturata in tre tornate: due il 22 e l’ultima il 23. L’asta sarà preceduta da due esposizioni: una, l’11 e il 12 del mese, nella sede milanese di Boetto (in Foro Buonaparte); l’altra, a Genova, da giovedì 18 a domenica 20 febbraio.

Il nucleo più importante del catalogo proviene da una dimora patrizia genovese, e annovera arredi datati dall’età barocca fino a tutto l’Ottocento, con diversi esemplari neorinascimentali; di questi alcuni sono copie di arredi di alta epoca, altri sono pezzi antichi rielaborati alla fine del XIX secolo.

Per citare alcuni dei lotti in asta, una coppia di console Luigi XIV inglesi del Settecento, con sostegni a foggia di leoni abbracciati poggianti su una base naturalistica di rocce, partono da una stima di 30-35mila euro. Due torciere barocche rielaborate (con figure di putti alati degli inizi del Settecento e mensoloni della fine dell’Otto) sono valutate a partire da 10-12mila euro; stesse quotazioni per un gruppo in marmo bianco statuario del XIX secolo raffigurante quattro putti danzanti.

Una scrivania romana del Seicento, lastronata e con una fine decorazione intarsiata, ha una valutazione compresa tra 80 e 100mila euro. La serie completa delle acqueforti di Giandomenco Tiepolo della «Fuga in Egitto» (24 fogli più una dedica e un’acquaforte con le armi del committente) parte da una base di 15mila euro.

Nella sezione dei dipinti antichi spiccano due quadri di Alessandro Magnasco raffiguranti accampamenti di soldati. Per la coppia la quotazione fissata dalla casa d’aste è di 120mila euro. Parte invece da 45mila un dipinto di Vittorio Matteo Corcos, ritraente due ragazze in un giardino.

Tra gli oggetti d’arte curiosi, infine, un cosiddetto «tamburino svegliarino», un orologio meccanico in bronzo e rame, datato alla seconda metà del Cinquecento, che parte da una riserva di 6mila euro.

Vittorio Bertello, 12 febbraio 2016 | © Riproduzione riservata

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