Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Silvia Conta
Leggi i suoi articoliUn grande arcobaleno luminoso sovrasta la facciata principale della Fondazione Beyeler per la mostra “Over the Rainbow” (9-18 maggio), che saluta la finale dell’Eurovision Song Contest 2025 a Basilea. La mostra, di soli dieci giorni, si colloca nella sfavillante scia di entusiasmo per l'evento che porterà in città - si stima - oltre 500mila spettatori. Attraverso una selezione di opere in collezione, la Fondazione tributa un omaggio all’arte e alla musica nel loro essere intrinsecamente connesse a diversità, tolleranza ed libertà di espressione. Il percorso espositivo si sonda tra capolavori di Claude Monet a Pablo Picasso, Alberto Giacometti, Mark Rothko, Francis Bacon, Andy Warhol fino a Marlene Dumas, Elizabeth Peyton e Wolfgang Tillmans e molti altri.
Ne abbiamo parlato con Raphaël Bouvier, Senior Curator della Fondation Beyeler. «La mostra “Over the Rainbow” - ha spiegato a Il Giornale dell'Arte - è stata concepita per questa settimana, in cui Basilea ospiterà l'Eurovision Song Contest ed è anche un omaggio alla musica, motivo per cui abbiamo scelto quel titolo, basato sulla famosa canzone di Judy Garland nel film Il Mago di Oz (1939). Naturalmente l’arcobaleno è anche un simbolo di colore, diversità, tolleranza, che sono contemporaneamente caratteristiche del Concorso Eurovisione della canzone. Il percorso espositivo è una presentazione speciale di alcuni dei più prestigiosi pezzi della nostra collezione, selezionati nell’ottica del colore della luce e dell'acqua, che compongono l'arcobaleno. Questo diventa anche un’occasione far conoscere al pubblico la varietà della nostra collezione.
Uno dei punti salienti del percorso espositivo è la scultura luminosa We we are Poems poems, 2011, di Ugo Rondinone, le cui origini sono svizzere. Si tratta di un'installazione monumentale che abbiamo collocato appositamente per quest’occasione sul tetto del museo. È spettacolare, molto colorata e un vero e proprio invito al grande pubblico che viene in città per l'Eurovision Song Contest». Basilea in questi giorni è fulcro, anche simbolico, di espressione di creatività e libertà: «la città - racconta il curatore - è assolutamente entusiasta di ospitare questo gigantesco concorso, uno dei più grandi e rilevanti nel suo genere, che anche la popolazione della città ha fortemente voluto. Il programma culturale che ne sorge in correlazione è enorme, in tutta la città saranno allestite aree con concerti speciali, ci saranno, ad esempio, palchi dove potranno esibirsi diversi gruppi giovani, DJ, feste, e, naturalmente, tutte le diverse esibizioni legate all'Eurovision Song Contest, dalle prove alle gare ufficiali e, sabato, la grande finale che sarà trasmessa in tutto il mondo».
Per il grande evento canoro le stime parlano di un afflusso in città di oltre 500mila spettatori e in quest’occasione il biglietto di ingresso alla fondazione sarà ridotto, in un invito a un pubblico potenzialmente più variegato del solito: «L’Eurovision Song Contest - prosegue Bouvier - attira un pubblico molto eterogeneo, proveniente da tutta Europa e da tutto il mondo. Ci aspettiamo molte persone che verranno appositamente per quello, ma che potrebbero anche essere interessate a vistare Basilea e al suo ricco programma culturale in generale e, in particolare, dei suoi musei». I giorni di apertura di “Over the Rainbow” coincidono con gli ultimi della mostra “Northern Lights” (visitabile fino al 25 maggio), che presenta 74 dipinti paesaggistici realizzati tra il 1888 e il 1937 da artisti provenienti dalla Scandinavia e dal Canada, tra cui capolavori di Hilma af Klint ed Edvard Munch. Come ha ricordato la Fondazione nella presentazione della mostra, «tutti questi artisti hanno in comune la foresta boreale come fonte di ispirazione. Le distese apparentemente infinite della foresta, la luce radiosa delle interminabili giornate estive, le lunghe notti invernali e i fenomeni naturali come l'aurora boreale hanno dato origine a una forma di pittura moderna tipicamente nordica, che ancora oggi esercita un fascino e un'attrazione senza tempo. La mostra offre l'opportunità di ripercorrere lo sviluppo della pittura paesaggistica nordica nell'arte moderna attraverso opere selezionate di Helmi Biese, Anna Boberg, Emily Carr, Prince Eugen, Gustaf Fjæstad, Akseli Gallen-Kallela, Lawren S. Harris, Hilma af Klint, J. E. H. MacDonald, Edvard Munch, Ivan Shishkin, Harald Sohlberg e Tom Thomson, scoprendo artisti probabilmente ancora sconosciuti a molti visitatori. La mostra include anche la nuova installazione digitale “Boreal Dreams” dell'artista danese Jakob Kudsk Steensen, collocata in giardino».
La possibilità di percorrere le due mostre si trasforma in un’immersione nel rapporto tra la natura e la sua rappresentazione attraverso diverse epoche e tecniche artistiche. «Sono due mostre nate in modo autonomo tra loro, - ricorda Bouvier -: “Over the Rainbow” è una presentazione basata sulle opere della nostra collezione, mentre “Northern Lights” raccoglie con prestiti incentrati sulla pittura nordica, sulla pittura di paesaggio della Scandinavia e del Canada della fine del XIX e dell'inizio del XX secolo. Il collegamento può essere rintracciato nel fatto che entrambe le mostre sono dedicate a fenomeni naturali. Da un lato, l'arcobaleno, un fenomeno cromatico basato sulla luce del sole e della pioggia, dall’altro l'aurora boreale è un fenomeno spettacolare, di luce e colore nel cielo». Dopo la conclusione di queste due mostre, a giugno, la Fondazione Beyeler inaugurerà altrettanti progetti espositivi: "Little Room" di Jordan Wolfson (dal primo giugno al 3 agosto) e la grande antologica di Vija Celmins (dal 15 giugno al 21 settembre), che saluteranno il pubblico in città per un altro evento di portata globale, l’edizione elvetica di Art Basel (dal 19 al 22 giugno). «Ci sarà - anticipa Bouvier - una presentazione speciale di un nuovo lavoro di Jordan Wolfson (1980), un artista americano contemporaneo molto noto. Si tratta di un'installazione performativa con realtà virtuale. Sarà la prima volta che questa nuova opera verrà presentata alla Fondazione Beyeler e sarà molto emozionante. Non posso ancora dire di più, ma sarà un'esperienza fisica e visiva speciale, basata sulla realtà virtuale e su una tecnologia innovativa legata alle recenti tendenze tecnologiche.
Un paio di settimane dopo aprirà al pubblico la grande mostra dedicata a Vija Celmins (1938), la prima in Europa negli ultimi vent’annidieci anni. Ci saranno dipinti, disegni, stampe e sculture di questa grande artista quasi novantenne che ha sviluppato un lavoro estremamente fine e sensibile. È un'artista contemporanea americana che viene presentata molto raramente in Europa, si tratterà quindi di un'occasione davvero eccezionale per vedere un così consistente numero di due opere riunite in un unico percorso espositivo in Europa». Nel frattempo a Riehen procedono i lavori per l’ampliamento della sede della Fondazione: «La costruzione del nuovo edificio, concepito da Peter Zumthor, - ci aggiorna Bouvier - sta proseguendo molto bene e ci sono numerosi progressi, inaugureremo prima possibile».

Over the Rainbow alla Fondazione Beyeler di Basilea. Courtesy Beyeler Foundation

Over the Rainbow alla Fondazione Beyeler di Basilea. Courtesy Beyeler Foundation

Over the Rainbow alla Fondazione Beyeler di Basilea. Courtesy Beyeler Foundation

Over the Rainbow alla Fondazione Beyeler di Basilea. Courtesy Beyeler Foundation

Over the Rainbow alla Fondazione Beyeler di Basilea. Courtesy Beyeler Foundation