«Il gioco di carte spagnolo» (1920) di Joan Mirò

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«Il gioco di carte spagnolo» (1920) di Joan Mirò

L’amicizia tra Picasso e Miró in mostra

Il percorso organizzato dal Museo Picasso e dalla Fondazione Miró approfondisce la relazione personale e professionale tra i due grandi maestri del secolo scorso

Joan Miró (1893-1983) e Pablo Picasso (1881-1973), due artisti imprescindibili per l’arte del XX secolo, non avrebbero potuto essere più diversi eppure mantennero una lunga e fruttifera amicizia. Miró, più giovane di 12 anni, era introverso, discreto e fedele, tutto il contrario di Picasso, ma entrambi erano audaci nelle scelte politiche, geniali e innovatori in quelle artistiche. Condividevano l’ansia di travalicare i limiti, così come l’interesse per la poesia, la scrittura, la ceramica e gli interventi nello spazio architettonico e pubblico come nuova forma espressiva. Nonostante il carattere profondamente differente, li caratterizzava lo stesso spirito di libertà e trasgressione che li portò a esplorare i limiti della pittura e a scegliere Barcellona per lasciare la loro eredità in forma di museo.

In occasione delle celebrazioni per i 50 anni dalla morte di Picasso e i 40 da quella di Miró, per la prima volta nella storia la Fondazione Miró e il Museo Picasso si uniscono in un grande progetto espositivo che si suddivide tra le due istituzioni. La mostra, intitolata semplicemente «Miró-Picasso», dal 19 ottobre al 25 febbraio 2024 attraverso opere e documenti che attestano coincidenze e singolarità tra i due artisti, ripercorre la relazione che mantennero per tutta la vita, da quando si conobbero a Barcellona, nel 1917, al Gran Teatro del Liceu alla prima del balletto «Parade» con costumi, scenografia e telone di Picasso.

Altri momenti decisivi furono l’incontro a Parigi nel 1920, le mostre a cui entrambi parteciparono negli anni Venti e Trenta e la collaborazione al Padiglione della Repubblica Spagnola per l’Esposizione Internazionale di Parigi del 1937. «La mostra mette in luce come la loro amicizia si consolidò durante gli anni della Guerra Civile spagnola e si intensificò alla fine della loro vita, nonostante i loro percorsi si siano evoluti in modi diversi, soprattutto dopo la II Guerra Mondiale» spiega Emmanuel Guigon, direttore del Museu Picasso, che condivide la direzione del progetto con Marko Daniel, suo omologo alla Fondazione Miró.
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«In totale si espongono più di 250 opere, molte furono presentate in collettive a cui parteciparono entrambi, altre risultano essenziali per l’impatto decisivo sulle rispettive carriere», continua Guigon, sottolineando che i materiali documentari occupano un posto di rilievo in quanto prove dell’amicizia e dell’affinità intellettuale che li univa. La mostra mette in relazione tutti gli aspetti dei loro universi: dalle riviste che li pubblicarono alla corrispondenza che mantennero, passando per le numerose fotografie in cui compaiono insieme.

Nonostante l’amicizia che legava i due artisti, sembra che la curatela condivisa tra le due istituzioni sia stata più complicata del previsto. «Si tratta di una mostra unica suddivisa in due sedi, che non ha uno sviluppo cronologico lineare, ma alterna diversi momenti», aggiunge il direttore del Picasso. La Fondation Miró si focalizza l’incontro del 1917 a Barcellona, l’impatto di Picasso su Miró e i surrealisti, la volontà di entrambi di «uccidere» la pittura, la poesia plastica, la Guerra Civile spagnola e l’arte pubblica monumentale.

Al Museo Picasso si illustrano il primo viaggio di Miró a Parigi nel 1921 (quando Picasso lo raccomandò al suo gallerista Paul Rosenberg), l’influsso del balletto «Mercure» nel ’24, l’universo di Alfred Jarry che entrambi ammiravano, i libri d’artista, gli amici poeti e i progetti di bibliofilia (insieme pubblicarono l’album «Solidarité» per raccogliere fondi per la causa repubblicana), il periodo della II Guerra mondiale e il fascino dei due per la ceramica. In entrambe le sedi il percorso si chiude con una sezione intitolata «La rivolta finale», in cui si dimostra che l’età non fu mai un ostacolo per i due artisti che lavorarono fino alla fine con straordinaria vitalità, in un costante esercizio di autoaffermazione attraverso il dialogo con la materia e la forza del gesto pittorico.

«Donna uccello stella (Omaggio a Picasso)» (1966-73) di Joan Mirò

Roberta Bosco, 17 ottobre 2023 | © Riproduzione riservata

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L’amicizia tra Picasso e Miró in mostra | Roberta Bosco

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