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Punta della Dogana a Venezia

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Punta della Dogana a Venezia

La mappa dell’arte contemporanea a Venezia: musei, fondazioni, collezioni

Il nuovo equilibrio artistico e culturale della Serenissima riassunto in undici tappe fondamentali

Beatrice Timillero

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Una città romantica e decadente, a tratti malinconica: è lo stereotipo con cui Venezia convive a prescindere dai suoi sforzi. Un punto di vista vero solo in parte, che difficilmente tiene in considerazione la vivacità del suo panorama artistico. Tra nuove aperture e iniziative, rivolte principalmente a un pubblico internazionale, nell’ultimo biennio l’isola si è riconfermata essere una vetrina ambita in tutto il mondo, forte della popolarità di una Biennale storica e di un’educazione culturale profondamente radicata nel tessuto urbano e sociale della città. È in particolare l’arte contemporanea a farla da padrona, dissezionata e divulgata nelle sedi più disparate; le ristrutturazioni e riqualificazioni di edifici storici non si contano, e insieme a esse i volti e i nomi dei protagonisti di questa importante stagione artistica. Provando a fare chiarezza, di seguito undici tappe per conoscere o riscoprire i punti nevralgici dell’arte contemporanea veneziana.

AMA Venezia

Fondamenta de Ca’ Vendramin, 2935, 30121

Inaugurata nell’aprile 2025, la Collezione AMA è piombata in laguna come un fulmine a ciel sereno. Il nuovo spazio espositivo, nato dalla volontà del collezionista e imprenditore Laurent Asscher di dare vita ad un luogo di incontro a partire dalla sua raccolta privata, ospiterà una mostra all’anno pur mantenendo un format flessibile. Al momento l’ex fabbrica di sapone, restaurata dallo studio Torsello Architettura (già responsabile del rinnovo della Scuola Grande della Misericordia), propone al pubblico solo una parte della importante collezione di Asscher, tra cui figurano le opere di Avery Singer, Brice Marden, David Hammons, Elizabeth Peyton, Florian Krewer, Jacqueline Humphries, Jeff Koons, Jordan Wolfson, Lauren Halsey, Mohammed Sami, Refik Anadol, Rudolf Stingel, Salman Toor e Wade Guyton.

CASA SANLORENZO

Dorsoduro, 170, 30123

Un’altra new entry del 2025 è Casa Sanlorenzo, inaugurata lo scorso giugno ad un passo dalla Basilica di Santa Maria della Salute. Produttrice di yatch da capogiro, la maison Sanlorenzo punta all’istituzione di uno spazio fluido dedicato a una riflessione collettiva sull’arte intesa come una pratica interdisciplinare. Nei suoi 1.600 metri quadri, restaurati in questo caso dall’architetto Piero Lissoni, la sede propone un dialogo tra design, arte contemporanea e architettura, utilizzando come minimo comun denominatore una speciale attenzione alla sostenibilità.

SCUOLA PICCOLA ZATTERE

Fondamenta Zattere al Ponte Lungo, Dorsoduro, 1401, 30123

Dopo alcune iniziali controversie Scuola Piccola Zattere mantiene una rotta stabile, qualificandosi come uno degli spazi espositivi più interessanti del momento. Aperta nel novembre 2024, la Scuola fa del proprio nome una mission, offrendosi come un luogo di ricerca e formazione nel campo espanso delle arti contemporanee. Con numerose borse di ricerca, residenze e una partecipazione internazionale, l’istituzione non-profit mira a favorire un processo di scambio e reciprocità all’interno di un sistema attualmente percepito come molto competitivo, spesso orientato a favorire la pratica artistica individuale. L’ente è attualmente impegnato con lo sviluppo del programma “One Year Score”, finalizzato all’esplorazione delle diverse forme di aggregazione, conflitto e negoziazione che caratterizzano le dinamiche della socialità.

PALAZZO DIEDO

Fondamenta Trapolin, 2386, 30121

Istituito da Berggruen Arts & Culture per volere del suo fondatore, Nicolas Berggruen, Palazzo Diedo è stato il primo spazio a inaugurare questa nuova stagione dell’arte veneziana, nell’aprile 2024. Una vera e propria potenza culturale ed economica, se si considerano i 6000 metri quadri dell’edificio principale e l’acquisizione, nel 2021, della Casa dei Tre Oci nell’isola della Giudecca. Con un ultimo piano dedicato esclusivamente a residenze d’artista e uno spazio espositivo arricchito da 11 interventi site-specific permanenti (ad opera di Urs Fischer, Piero Golia, Carsten Höller, Ibrahim Mahama, Mariko Mori, Sterling Ruby, Jim Shaw, Hiroshi Sugimoto, AYA TAKANO, Lee Ufan e Liu Wei), lo spazio pone in dialogo l’arte contemporanea con il suo passato, offrendo un ragionamento a 360° sul valore delle pratiche artistiche attuali.

SMAC

Piazza San Marco, 105, 30124

Proseguendo con le inaugurazioni più recenti è impossibile non nominare il San Marco Art Centre, neonata realtà permanente situata al secondo piano delle Procuratie Vecchie. Con i suoi 1000 metri quadri e un panorama d’eccellenza, lo spazio espositivo di proprietà di Generali e ristrutturato dall’architetto britannico David Chipperfield indagherà a tutto tondo discipline quali arte, architettura, moda, design, cinema e addirittura scienza, configurandosi come una piattaforma multidisciplinare con un obiettivo primario: sfidare i modelli tradizionali di gestione museale.

CA’ PESARO

Calle del Tentor, 2076, 30135

Sede della Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Ca’ Pesaro rappresenta per la città un punto di riferimento non solo per la sua collezione permanente, tra cui figurano alcune delle opere più importanti al mondo, ma soprattutto per le mostre temporanee ospitate al secondo piano del palazzo. Tra grandiose monografie e meditazioni più intime il Museo non manca mai di stupire, proponendosi come un luogo d’incontro per conoscere sia l’arte del Novecento che le opere di artisti emergenti.

FONDAZIONE PINAULT

Palazzo Grassi - Campo San Samuele, 3231, 30124

Punta della Dogana - Dorsoduro, 2, 30123

Inaugurati nel 2006 e nel 2009, Palazzo Grassi e Punta della Dogana sono i due musei di arte contemporanea della Pinault Collection a Venezia. Questi due capisaldi della divulgazione culturale internazionale, ideati a partire dal desiderio dal collezionista e fondatore François Pinault di condividere la sua collezione privata, con la loro istituzione hanno cambiato permanentemente l’assetto culturale della città rendendola una meta viva e contemporanea anche al di fuori del circuito della Biennale. Una menzione d’onore in questo caso va al Teatrino di Palazzo Grassi, ristrutturato dal celebre Tadao Ando, utilizzato non come spazio espositivo ma come sede di importanti dialoghi artistici, cinematografici e performativi. 

SPAZIO PUNCH

Fondamenta S. Biagio, 800/o, 30133

Arte, moda, editoria e architettura: tutto questo e molto altro si può trovare in Giudecca presso Spazio Punch, organizzazione non-profit fondata nel 2011 presso gli spazi industriali delle Ex Birrerie. Con una programmazione mista che strizza l’occhio alla sfera underground, lo spazio viene percepito dalla cittadinanza come un accogliente simbolo di resistenza rispetto all’ingente presenza di enti non veneziani o fortemente istituzionali. La programmazione si suddivide in tre macroaree: la prima include gli appuntamenti culturali prodotti dal team di Punch, la seconda progetti in collaborazione con università e accademie, la terza accoglie eventi collaterali alle Biennali e alla Mostra del Cinema.

FONDAZIONE PRADA

Calle Corner, 2215, 30135

La sede veneziana di Fondazione Prada, anch’essa inaugurata nel 2011, sviluppa il suo programma all’interno del palazzo Ca’ Corner della Regina. Istituita nel 1993 da Miuccia Prada e Patrizio Bertelli, la fondazione utilizza l’arte contemporanea come strumento per concretizzare riflessioni antropologiche, scientifiche, etiche e culturali, mettendo in primo piano la perenne ricerca condotta dall’uomo sull’uomo. In questo senso il progetto che più si avvicina alla mission generale della Fondazione è “Human Brains”, un percorso multidisciplinare finalizzato all’approfondimento e studio delle neuroscienze in ambito artistico e non solo.

NICOLETTA FIORUCCI FOUNDATION

Dorsoduro, 2829, 30123

Già nota in tutto il mondo, la Fondazione Nicoletta Fiorucci si è insediata in laguna lo scorso maggio. Il nuovo spazio espositivo, inizialmente di proprietà del priorato di Sant’Agnese (fino alla modifica in studio d’artista avvenuta per mano di Ettore Tito), ha aperto le porte al pubblico presentando l’installazione sit-specific “to love and devour”, dell’artista Tolia Astakhishvili. Lo shock iniziale degli spettatori dinnanzi a una location dismessa, ai limiti dell’inagibile, è stato mitigato dalle parole del curatore Hans Ulrich Obrist: le condizioni del palazzo sono un’estensione della riflessione dell’artista sull’abitare, sia il corpo che determinate gerarchie sociali. Sta di fatto che la programmazione dello spazio espositivo ad oggi risulta incerta: in seguito al finissage della mostra, previsto per il 23 novembre, il palazzo sarà probabilmente chiuso per un restauro temporaneo.

PEGGY GUGGENHEIM COLLECTION

Dorsoduro, 701, 30123

Se il museo non ha bisogno di presentazioni non è forse così per le sue molteplici iniziative. Da sempre un punto di riferimento per la sfera contemporanea veneziana e mondiale, oltre alla collezione permanente e alle ricchissime monografie temporanee il Guggenheim spesso propone eventi singoli o cicli di eventi all’insegna della contaminazione tra realtà indipendenti e linguaggi interdisciplinari. Un esempio di queste iniziative è l’appena concluso “Avvenimento #3”, evento serale dedicato alla performance e alle arti visive, curato in questo caso da Edoardo Lazzari e diretto da Cosimo Ferrignolo.

M9

Via Giovanni Pascoli, 11, 30171

L’M9, conosciuto anche come Museo del ’900, è un museo multimediale situato a Mestre, nel comune di Venezia, nato con l’obiettivo di raccontare la storia dell’Italia del Novecento in modo innovativo e coinvolgente. Non si tratta di un museo tradizionale con teche e oggetti d’epoca, ma di un’esperienza immersiva che utilizza tecnologie digitali, installazioni interattive, suoni, video e ricostruzioni virtuali per far vivere ai visitatori i cambiamenti che hanno trasformato il Paese nel corso del secolo scorso. Il percorso espositivo è articolato in diverse sezioni tematiche che esplorano la vita quotidiana, la politica, l’economia, la tecnologia, i media e la cultura italiana, mettendo in luce come l’identità collettiva si sia evoluta tra guerre, ricostruzione e modernità. L’edificio che ospita il museo è un notevole esempio di architettura contemporanea: progettato dallo studio tedesco Sauerbruch Hutton, si distingue per le sue facciate in ceramica e per un design sostenibile e luminoso, inserito in un più ampio progetto di rigenerazione urbana nel cuore di Mestre. Inaugurato nel 2018, l’M9 è oggi non solo un museo ma anche un centro culturale vivo, che ospita mostre temporanee, eventi, incontri e attività didattiche, offrendo ai visitatori un modo nuovo e stimolante di comprendere la storia italiana del Novecento e di riflettere sul presente e sul futuro.

Beatrice Timillero, 05 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

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