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La Metropolitana dell’Arte ha perso il suo pilota

Olga Scotto di Vettimo

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Lo scorso primo agosto è scomparso Giannegidio Silva (Seregno 1941), dal 1995 presidente e AD della Metropolitana di Napoli, società concessionaria per la realizzazione della metropolitana. Dalla prima inaugurazione nel 2001, il progetto è diventato anche un’occasione di investimento culturale: fino a oggi sono 21 le stazioni aperte dalla periferia al centro, 14 gli architetti di fama coinvolti (tra cui Atelier Mendini, Gae Aulenti, Karim Rashid, Oscar Tusquets, Dominique Perrault) e circa 160 le opere di artisti italiani e stranieri.

Il completamento dell’anello metropolitano prevede la conclusione della stazione Duomo di Massimiliano Fuksas (con il problema di inglobare un’area archeologica) e l’avvio dei lavori di collegamento all’aeroporto di Capodichino, passando attraverso il Centro direzionale e i Tribunali: circa 3,5 km e 4 nuove stazioni.

Questa opera pubblica svolge un ruolo culturale di evidente impatto sociale, proponendosi come «museo obbligatorio», definizione utilizzata sin dai primi momenti da Achille Bonito Oliva, curatore scientifico del progetto «Metropolitana dell’Arte» (linea 1 e linea 6), lungo la quale il passeggero si trasforma in un visitatore di un museo gratuito in cui, sin dalla fase progettuale, si confrontano arte e architettura, evitando che l’opera funzioni da elemento di arredo.

Con l’apertura lo scorso maggio della stazione Municipio (cfr. n. 364, giu. ’15, p. 8), progettata dagli architetti portoghesi Àlvaro Siza Viera ed Edoardo Souto de Moura, è stato inaugurato un nuovo snodo metropolitano fondamentale per la sua prossimità alla Stazione Marittima. La stazione, che presenta un unico intervento artistico affidato all’israeliana Michal Rovner, sarà completata attraverso la sistemazione dell’importante area archeologica esterna, oggetto di un complesso restauro finalizzato alla creazione di un parco archeologico urbano.

Olga Scotto di Vettimo, 04 settembre 2015 | © Riproduzione riservata

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