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Peter Hujar, «Constance Abernathy and Dogs», 1985, (particolare). Stampa alla gelatina d’argento 50,8x40,6 cm. Art Gallery of Ontario. Acquisita con fondi del David Yuile and Mary Hodgson Fund, 2025

© 2025 The Peter Hujar Archive / Artists Rights Society (ARS), New York. Courtesy Fraenkel Gallery, San Francisco, and Pace Gallery, New York. 2024/574

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Peter Hujar, «Constance Abernathy and Dogs», 1985, (particolare). Stampa alla gelatina d’argento 50,8x40,6 cm. Art Gallery of Ontario. Acquisita con fondi del David Yuile and Mary Hodgson Fund, 2025

© 2025 The Peter Hujar Archive / Artists Rights Society (ARS), New York. Courtesy Fraenkel Gallery, San Francisco, and Pace Gallery, New York. 2024/574

L’Art Gallery of Ontario acquisisce oltre 200 fotografie di Peter Hujar

L’acquisizione di un nucleo di lavori del fotografo ucraino-americano, che solo adesso sta ricevendo un riconoscimento internazionale, giunge alla vigilia delle celebrazioni per il 25mo anno del Dipartimento di fotografia del museo canadese 

L’Art Gallery of Ontario (AGO) ha acquisito 210 fotografie del fotografo ucraino-americano Peter Hujar (1934-87). L'acquisizione arriva mentre il dipartimento di fotografia della galleria si prepara a celebrare il 25mo anniversario con la mostra «Collective Visions: Celebrating 25 Years of Photography» (inaugurazione il 7 novembre), che presenterà un’ottantina di opere selezionate dalla comunità locale.

Hujar, noto soprattutto per i suoi ritratti in bianco e nero, ha trascorso gran parte della sua vita a New York City e ha immortalato, tra gli altri, molti dei personaggi della fiorente scena artistica degli anni ’60 e ’80. Le opere acquisite dall’AGO provengono tutte dall’Archivio Hujar. 

«Con queste 210 opere di Peter Hujar che portiamo all’AGO offriamo al pubblico e agli studiosi l’opportunità di vedere tutta l’ampiezza e la ricchezza della sua carriera e dei suoi metodi di lavoro, afferma Sophie Hackett, curatrice della galleria. Stiamo lavorando sul come e quando presentare al meglio un gruppo completo delle fotografie di Hujar, ma non c’è ancora nulla di definitivo. Uno potrebbe apparire nella mostra per il 25mo anniversario, ma aspettiamo di vedere come si evolverà la selezione».

«Collective Visions» sarà ciò che l’AGO descrive come «un allontanamento dai modelli curatoriali tradizionali». Spetterà agli artisti locali, ai collezionisti, ai donatori, ai leader della comunità e agli studiosi determinare quali opere della collezione fotografica della galleria, che spazia dal 1840 ad oggi e conta più di 70mila pezzi, saranno incluse. 

La curatrice fotografica fondatrice della galleria, Maia-Mari Sutnik, darà il via alle danze, poi ogni selezionatore sceglierà una foto ispirata o in risposta a quella scelta in precedenza, «con le fotografie installate nell’ordine in cui sono state scelte», annuncia Hackett.  Le opere in mostra saranno accompagnate da qualche parola di ciascun selezionatore sulle ragioni della sua scelta. «È un modo per strutturare e coinvolgere i membri delle nostre comunità fotografiche: abbiamo 70mila fotografie nella collezione AGO, quindi avevamo bisogno di un modo per restringere il campo per i nostri partecipanti, spiega Hackett. Quale modo migliore se non attraverso un dialogo tra fotografie?».

Nonostante la raffinatezza formale del suo lavoro e il suo valore storico come capsula del tempo di una fiorente scena artistica di Lower Manhattan, che sarebbe stata presto devastata dall'epidemia di Hiv/Aids, che si è portata via anche lui, Hujar ha tardato a ricevere un riconoscimento diffuso. Le recenti mostre istituzionali, tra cui quelle della Biennale di Venezia dello scorso anno, all'Ukrainian Museum di New York e alla Raven Row di Londra, oltre a una sorta di biopic non convenzionale con Ben Whishaw, stanno contribuendo a cambiare questa situazione. «Credo che ci siano due fattori in gioco, riflette Hackett. In primo luogo, i musei hanno tardato ad accettare la fotografia come mezzo di espressione artistica, ma fortunatamente oggi non è più un problema. In secondo luogo, negli anni ’60 e ’70 Hujar è stato coinvolto nel movimento di liberazione gay. La comprensione e l'apprezzamento del suo lavoro possono in qualche modo essere ricondotti a una maggiore accettazione delle comunità Lgbtq+ in generale. Con un paio di generazioni di studiosi e curatori cresciuti sulla scia di quel movimento, è ora possibile vedere quanto radicale e formativa sia stata la visione di Hujar».

Larry Humber, 25 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

L’Art Gallery of Ontario acquisisce oltre 200 fotografie di Peter Hujar | Larry Humber

L’Art Gallery of Ontario acquisisce oltre 200 fotografie di Peter Hujar | Larry Humber