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Martin Bailey
Leggi i suoi articoliIl 12 settembre Jeremy Corbyn è stato eletto a grande maggioranza leader del Partito Laburista inglese. Parlamentare di secondo piano per più di trent’anni, Corbyn fa parte dell’ala di estrema sinistra del partito, e la sua vittoria ha creato in molti laburisti di centro il timore che con la sua guida il partito potrebbe perdere le elezioni generali.
Ma la sua agenda culturale radicale verrà accolta probabilmente con gioia dai musei, costretti da anni a gestire i tagli del governo. I lavoratori della National Gallery, in sciopero da agosto, hanno reagito entusiasti alla sua vittoria a sorpresa.
Non si sa molto dei gusti personali di Corbyn in ambito artistico. Il politico socialista ha dichiarato di scrivere occasionalmente poesie quando va in treno e di dipingere quadri «astratti ogni oltre immaginazione».
Nel documento di 13 pagine sull’arte, parte del suo programma preelettorale, il suo principale impegno è di abrogare i pesanti tagli alle istituzioni d’arte messi in atto dal Governo conservatore di David Cameron. «Visto che la nostra economia si sta risollevando, dovremmo incrementare i finanziamenti alla cultura, rivedendo i tagli fatti dal 2010», scrive Corbyn nel documento. I musei nazionali ad esempio hanno fronteggiato tagli di circa il 30%, con la prospettiva di analoghe riduzioni per gli anni a venire. Ciò nonostante, il leader laburista non specifica i tempi di questa operazione nel caso dovesse vincere le elezioni politiche.
Corbyn è inoltre fautore di un decentramento dei finanziamenti da Londra al resto del Paese. Auspica una riduzione della «quota parte dell’Heritage Lottery Fund destinata a Londra in base a criteri pro capite». Attualmente, il Dipartimento della cultura e l’Arts Council England stanziano fondi per Londra pari a 70 sterline pro capite, contro le 5 a persona nel resto dell’Inghilterra, in gran parte perché quasi tutte le istituzioni nazionali si trovano nella capitale.
Ancora prima della pubblicazione di questo documento, Corbyn si era espresso a favore del personale di sicurezza della National Gallery, in sciopero contro l’esternalizzazione. Ha dichiarato a «The Art Newspaper», nostra testata internazionale, che il direttore del museo, Gabriele Finaldi, dovrebbe «incontrare il sindacato (Public and Commercial Services Union, Ndr) e risolvere la questione». Su un punto Governo e opposizione sono d’accordo, anche se entrambi vogliono attribuirsi il merito dell’idea.
Nel suo documento Corbyn sottolinea che sono passati 50 anni da quando Jennie Lee, il ministro delle Arti del Governo laburista di Harold Wilson, stilò una politica ufficiale per le arti in un Libro Bianco, e ora si sente la «disperata esigenza» di una nuova strategia nazionale. Il 4 settembre, il ministro conservatore della Cultura Ed Vaizey ha promesso un nuovo Libro Bianco, che dovrebbe essere pubblicato il prossimo inverno.
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