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L’opera è un microchip

Federico Florian

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Pietro Roccasalva (Modica, 1970) considera la pittura il fondamento della sua pratica, anche se estende la sua attività a disegni, installazioni, animazioni digitali, sculture, neon e fotografie.

Le sue opere, intrise di un’estetica classica ma allo stesso tempo profondamente concettuali, contengono stratificazioni di riferimenti e citazioni provenienti dal cinema alla letteratura, dalla filosofia alla storia dell’arte. Non a caso egli descrive le sue immagini come dei «microchip», ovvero archivi di dati e informazioni.

Come in un cantiere gotico, i suoi lavori innescano un complesso cortocircuito di associazioni, messaggi e nozioni, dando forma a elaborate costruzioni immaginative. ZERO…, fino al 23 maggio, dedica a Roccasalva, vincitore dell’edizione 2005 del Premio Furla, una personale dal titolo «The Wooden O.».

Tra le opere in mostra, «Il traviatore», dipinto che ritrae un cameriere mentre mostra uno spremiagrumi in un vassoio, e un gruppo di lavori i cui soggetti sono ripresi da una vecchia installazione dell’artista, «Just Married Machine» (2012). A muro l’installazione che dà il titolo alla mostra, composta da una scritta al neon («Allegoria») e da un affresco, e che introduce per la prima volta in chiave di protagonista un personaggio già apparso all’interno di opere precedenti dell’artista siciliano.


Federico Florian, 04 maggio 2015 | © Riproduzione riservata

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