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È una mostra di una sola opera quella che le Gallerie Maspes presentano dal 18 settembre al 17 ottobre. Un solo dipinto, ma un vero capolavoro: l’opera, di Giovanni Segantini, è resa anche più intrigante dalla presenza di una versione precedente, assai diversa.
Si tratta di «Petalo di rosa», 1889-90, un ritratto di Bice Bugatti, compagna di una vita di Segantini, ritratta a letto, sotto un lenzuolo candido, con le gote rosee e i capelli, arruffati dal sonno, color oro: un «inno alla vita», com’è stato definito, che cela però il precedente dipinto «Tisi galoppante», tema di stretta e drammatica attualità in quegli anni, al centro anche di numerosi lavori letterari: ridipingendolo, Segantini ne rovesciò il significato, passando da un messaggio di morte al luminoso messaggio di una vita che «rinasce» ogni mattina.
La singolare luminosità del dipinto è dovuta anche alla stesura del colore su un fondo a foglia d’oro, che le graffiature impresse dall’autore lasciano affiorare in più punti. Tutto questo già si sapeva ma la mostra, ideata da Francesco Luigi Maspes e curata da Annie-Paule Quinsac, curatrice del catalogo ragionato, grazie a nuove ricerche documentarie e di restauro e ad accurate indagini diagnostiche, ha permesso di giungere a scoperte significative.
Le indagini non invasive sono state condotte da Thierry Radelet, che già aveva sottoposto agli stessi accertamenti il «Quarto Stato» di Pellizza da Volpedo. In catalogo, saggi di Quinsac, Radelet, Enrica Boschetti ed Elisabetta Staudacher, responsabile dell’Archivio Storico della Permanente, istituzione che in occasione di questa mostra promuove la conferenza «Segantini. Oltre la tela».
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