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Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliLa Fondazione Matteucci per l’Arte Moderna prosegue nella sua indagine su nodi non ancora sciolti dell’arte dell’Ottocento. «Lega. Storia di un’anima. Scoperte e rivelazioni», a cura di Giuliano Matteucci e Silvio Balloni, dal 4 luglio al primo novembre presenta opere inedite dell’artista, personalità schiva, complessa e raffinata intorno a cui l’interesse di critica e pubblico è andato crescendo negli ultimi decenni, culminando nella mostra del 2013 al Musée d’Orsay. Più volte documentate nelle fonti, tornano alla luce, esito di ricerche in archivi pubblici e privati in Italia e all’estero, opere quali il nucleo dei «Ritratti Fabroni» (nella foto, «Ritratto di Elisa Fabbroni»), che si aggiungono al catalogo dell’artista a quasi un secolo dalla celebre mostra del 1926 nella città natale, Modigliana. Altri i recenti ritrovamenti, come «Tiziano e Irene di Spilimbergo», la versione di «Visita alla balia», presentata a Parma e a Torino nel 1870, che precede quella conservata a Palazzo Pitti, «Il cuoco», inviato all’Esposizione Universale di Parigi del 1878, la redazione intermedia de «La lezione», la grande tela donata nel 1898 dalla regina Margherita di Savoia al Municipio di Peschiera del Garda, e il cosiddetto «Cofanetto Tommasi», che Lega donò al giovane allievo Angiolo Tommasi e alla moglie Adele in occasione della nascita del primogenito Ugo. Non mancano gli studi preparatori, «Tra i fiori del giardino», «L’educazione al lavoro», «L’elemosina» e «La lezione» collocati accanto alla redazione finale, permettendo di seguire il procedimento analitico col quale Lega concepiva le sue opere.
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