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Monica Trigona
Leggi i suoi articoliCon «Tracciare il pensiero. 2002–2025», Mazzoleni ospita la prima personale torinese dell’artista brasiliano Iran do Espírito Santo (dal 29 ottobre all’11 gennaio 2026). In mostra una selezione di opere che ripercorre gli ultimi due decenni della sua ricerca è affiancata da nuovi interventi site-specific pensati per dialogare con l’architettura del piano nobile della galleria. Espírito Santo, le cui opere sono presenti nelle collezioni del MoMA, del Guggenheim di New York e del MaXXI di Roma, ha ideato un percorso che si articola attorno a due concetti chiave: luce e scala. Nell’opera d’apertura, «Untitled (Key Hole)», del 2002, l’artista invita il visitatore in un’esperienza «quasi cinematografica», suggerita dalla disposizione in sequenza degli ambienti della galleria: un corridoio che guida lo sguardo, incorniciando le opere come fotogrammi di un pensiero in evoluzione. Il senso della scala è evidente negli oggetti comuni trasfigurati dalla monumentalità, come «Compasso e Metro» (2025), strumenti di misura ingigantiti fino a diventare metafore esistenziali. La loro ambiguità formale, sospesa tra funzionalità e simbolo, riflette una tensione tra ideale e reale, tra forma pura e oggetto vissuto.
In «Switch» (2025), Espírito Santo torna sul concetto di scala in riferimento alla palette di colori. La nuova opera site-specific, parte di una delle serie più iconiche dell’artista (i dipinti murali realizzati con 56 sfumature di grigio), si impone come atto di resistenza contro l’arte-merce, ribadendo la dimensione effimera e poetica del gesto pittorico. «Per me, sono opere che esistono nonostante una società ossessionata dal consumo», afferma l’artista. Completano il percorso alcune opere storiche di forte impatto visivo e concettuale, come la serie «Globe» (2011), sculture in marmo che evocano leggerezza e sospensione, «Reflexive Windows 10» (2020), espressione materica sul riflesso e la trasparenza, e la serie «Curtains» (2025), qui in una versione verticale inedita, composta da disegni che riproducono tende attraverso millimetriche linee ripetute, dove il rigore della forma incontra la fragilità della percezione. Nel suo lavoro, Espírito Santo sovverte la tradizione minimalista trasformando l’ordinario in straordinario, ricorrendo a materiali come pietra, acciaio e vetro per ridefinire gli oggetti quotidiani. Il disegno, inteso come origine della forma e necessità psichica, resta al centro della sua pratica. «Quando disegno “sul serio”, dichiara, con un fine preciso, è come costruire qualcosa che ha massa, ma allo stesso tempo è parzialmente liberato dalla tirannia della fisica». L’artista ha preso parte a 2 edizioni della Biennale di Venezia (1999 e 2007), a una della Biennale di San Paolo (1987) e alla Biennale di Istanbul (2000). La mostra è accompagnata da un catalogo con testo critico di Jacopo Crivelli Visconti, e sarà seguita da un’ulteriore tappa presso Mazzoleni Milano a inizio 2026.
TORINO. Mazzoleni, piazza Solferino 2, gio-ven 10-13/ 16-18, tel. 011/534473, mazzoleniart.com, «Tracciare il pensiero. 2002–2025» dal 29 ottobre 2025 all’11 gennaio 2026
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