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«San Girolamo» (1612 circa) di Giuseppe Ribera, una delle opere in asta da Wannenes a Genova il 5 marzo, cortesia di Wannenes

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«San Girolamo» (1612 circa) di Giuseppe Ribera, una delle opere in asta da Wannenes a Genova il 5 marzo, cortesia di Wannenes

In asta dal Seicento caravaggesco alle «bambocciate»

Ribera e Magnasco sugli scudi da Wannenes mentre Pandolfini valorizza la pittura caricaturale di Bocchi

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Elena Correggia

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La meditazione sul senso della vita e della morte nel «San Girolamo» di Giuseppe Ribera rifugge lo spiritualismo e affonda il pennello nel realismo, del volto corrugato e della pelle, nell’umanità del santo, magistralmente reso alla maniera caravaggesca, attraverso una luce calda in primo piano, a contrasto col fondale scuro. Questa tela, riconosciuta dagli studiosi come una significativa opera del periodo romano di Ribera, fra il 1612 e il 1616, costituisce uno dei lotti di punta dell’asta di dipinti antichi e del XIX secolo in programma da WannenesGenova il 5 marzo.

La sua stima è compresa fra 40 e 70mila euro. Un’espressività pienamente barocca trova riscontro nel ritratto di Santa Caterina d’Alessandria, realizzata dal genovese Bernardo Strozzi (30-50mila euro). Il dipinto, già nella collezione milanese Koelliker, testimonia il cromatismo accentuato e la pennellata vivace e pastosa che Strozzi mutuò da Rubens, ma rivela anche una resa naturalistica, senz’altro influenzata da autori quali Cerano, Morazzone e Procaccini. Appartiene invece alle opere della prima maturità di un altro genovese, Alessandro Magnasco, l’olio su tela «Capriccio con musicista e contadini davanti a un altare portatile con Sant’Antonio da Padova», realizzato intorno al 1710 (30-50mila euro).

L’iconografia, che richiama quella di una sua opera custodita al Museum der Stadt di Heildelberg, abbina il gusto avventuroso alla devozione popolare ed esprime un’inventiva narrativa che si avvale di pennellata rapide e disinvolte. Nell’ambito del XIX secolo si segnalano due opere di Gaetano Chierici, «La prediletta» e «La maschera VI», valutate 20-40mila euro ciascuna. Chierici si distinse per una pittura di genere in cui protagonisti erano spesso bambini e adolescenti in contesti domestici caratterizzati da vecchi muri, fondali di mattoni di cotto e maestosi camini. La fantasia poetica dell’artista trova riscontro soprattutto nella descrizione minuziosa e ogni volta diversa delle cose del quotidiano, con uno sguardo delicato e originale.

Il 6 marzo, a Firenze, sarà invece la volta di Pandolfini, che propone un’asta «Arcade» di dipinti antichi e del XIX secolo, un format ormai collaudato dalla casa d’aste, con il quale vengono proposte opere di qualità ma a prezzi più accessibili. Il catalogo include cinque secoli di arte secondo una selezione eterogenea per temi, epoche e scuole di esecuzione. Fra le opere più fantasiose e bizzarre spiccano quelle di Faustino Bocchi (1659-1741), celebre per le «bambocciate», scherzi pittorici che si avvicinano ai toni della satira e del grottesco. In vendita sono proposte tre tele, «L’albero della cuccagna», «La condanna» e «Il clistere» (6-8mila l’una), queste ultime due evocative di divertenti punizioni pubbliche, immerse in un clima caricaturale.

Da una collezione privata proviene poi «Il ratto di Proserpina» di Ippolito Scarsella, (12-18mila), il cui colorismo e l’impostazione scenica esprimono un evidente omaggio all’arte lagunare di Tiziano e Veronese. Fra i ritratti merita una menzione «Artemisia», del maestro fiorentino Francesco Furini (10-15mila euro), datata intorno agli anni Trenta del Seicento, notevole per la raffinatezza della natura morta composta da coppa e brocche, così come per la delicata sensualità nella resa della pelle candida e dei capelli della modella. Stessa stima, infine, per una veduta romana di piazza del Popolo, del XVIII secolo, che viene attribuita a Jacopo Fabris, soprattutto per il modo di ritrarre le sottili figure che appaiono a costellare la scena e che proiettano ombre allungate sul terreno, peculiarità tipica dello stile dell’artista.

«San Girolamo» (1612 circa) di Giuseppe Ribera, una delle opere in asta da Wannenes a Genova il 5 marzo, cortesia di Wannenes

«Il ratto di Proserpina» (fine XVI sec.) di Ippolito Scarsella detto lo Scarsellino, una delle opere in asta da Pandolfini a Firenze, cortesia di Pandolfini

Elena Correggia, 04 marzo 2024 | © Riproduzione riservata

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In asta dal Seicento caravaggesco alle «bambocciate» | Elena Correggia

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