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«Troupe de Mlle Églantine (La compagnia di ballo di Mlle Églantine)» (1896), di Henri de Toulouse-Lautrec. Collezione privata

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«Troupe de Mlle Églantine (La compagnia di ballo di Mlle Églantine)» (1896), di Henri de Toulouse-Lautrec. Collezione privata

Il mondo di Toulouse-Lautrec a Rovigo

L’ambiente culturale parigino a cavallo tra Otto e Novecento in mostra a Palazzo Roverella

Camilla Bertoni

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Sei sezioni per ricostruire un ritratto di Toulouse-Lautrec, se non inedito, di ampio respiro, rifuggendo dalle banalizzazioni sia per quanto riguarda la sua produzione, non riducibile ai soli manifesti, sia il contesto in cui viveva. Sono le sei sezioni di cui si compone la mostra «Henri de Toulouse-Lautrec» a Palazzo Roverella dal 23 febbraio al 30 giugno, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. La squadra di curatori è composta da Jean-David Jumeau-Lafond, storico dell’arte indipendente specializzato nel movimento simbolista, Francesco Parisi, curatore e storico dell’arte indipendente specializzato nell’arte del XIX secolo e la grafica fra 1850 e 1950, e Fanny Girard, curatrice del patrimonio e direttrice del Musée Toulouse-Lautrec di Albi.

«Accanto alle opere di Toulouse-Lautrec presenti in ogni sezione, non solo i celebri manifesti, ma anche dipinti, pastelli e disegni preparatori, spiega Francesco Parisi, con un’ampia selezione della produzione artistica dei pittori a lui più vicini o comunque appartenenti al medesimo contesto contemporaneo. L’obiettivo è quello di ricondurre storicamente l’artista e i suoi colleghi nel più ampio ambito critico e artistico dell’epoca, rivelando affascinanti suggestioni e tangenze».

La prima sezione è dedicata alla Parigi dell’ultimo quarto dell’Ottocento in cui si tenne l’Esposizione Universale del 1889 che lasciò in città non solo la Torre Eiffel, ma anche uno strascico di sensazione di pace e cooperazione. Nella seconda si affronta la moda del giapponismo e si mostrano opere di Mary Cassatt, Jacques Villon, Camille Pissarro, Utamaro, Hokusai, Hiroshige e altri. Segue la relazione con gli artisti spagnoli, come Ramón Casas e Santiago Rusiñol, e quelli italiani, come Federico Zandomeneghi, Giovanni Boldini e Giuseppe De Nittis. La quarta e la quinta sezione sono dedicate al mondo del cabaret e alla rivoluzione che attraversa il mondo della grafica, mentre la chiusura è lasciata agli sviluppi dell’arte italiana del ’900 sulla scia di Toulouse-Lautrec con opere di Ugo Valeri, Giorgio Kienerk, Aroldo Bonzagni, Luigi Bompard, Alberto Chappuis, Filiberto Scarpelli, Enrico Sacchetti e Anselmo Bucci.

Diversi i focus sull’ambiente artistico parigino, tra i quali una sezione inedita agli studi e dedicata al movimento artistico francese «Les Arts Incohérents» (a cura di Johan Naldi): «Anticipatore di molte delle tecniche adottate dalle avanguardie del ’900, spiega Parisi, tutte le opere del gruppo erano date per disperse da oltre un secolo. Ritrovate nel 2018, alcune con l’etichetta di una delle loro esposizioni corredata dal catalogo pubblicato dalle edizioni del celebre locale “Chat Noir”, la mostra di Rovigo è la prima occasione per poterle nuovamente ammirare».

Il catalogo Cimorelli contiene i saggi dei curatori e di Bertrand du Vignaud, Nicholas Zmelty, Mario Finazzi e Paolo Bolpagni.

«Troupe de Mlle Églantine (La compagnia di ballo di Mlle Églantine)» (1896), di Henri de Toulouse-Lautrec. Collezione privata

Camilla Bertoni, 21 febbraio 2024 | © Riproduzione riservata

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