A sinistra «Lilly Rosen»; a destra «Marlene» di Anders Petersen. © Anders Petersen

Image

A sinistra «Lilly Rosen»; a destra «Marlene» di Anders Petersen. © Anders Petersen

Il caffè dei destini incrociati di Anders Petersen

Fotografiska presenta la serie «Café Lehmitz» comprendendo anche scatti mai pubblicati e manipolati con interventi manuali

È il 1978 e Anders Petersen, insieme all’editore Schirmer Mosel, pubblica Cafè Lehmitz, libro destinato a diventare un caposaldo dell’editoria fotografica. Le 88 immagini in bianco e nero che lo compongono sono state realizzate nei dieci anni precedenti in un caffè ai confini della zona a luci rosse nel porto di Amburgo, a partire dalla sera in cui, in un momento di distrazione, la macchina fotografica di Petersen viene utilizzata da alcuni clienti del bar che iniziano a ritrarsi a vicenda.

Meravigliato dalla forza di quegli scatti l’autore decide di fermarsi in città per un mese, prima di rientrare a Stoccolma, tornando poi a più riprese negli anni successivi con l’idea di portare avanti un racconto intimo e partecipe di questo microcosmo sociale. In poco tempo riesce a farsi accettare, restituendo, attraverso i propri scatti, uno spaccato sincero e partecipe dell’umanità intensa e sregolata che ogni sera affolla il locale.

Di fronte al suo obiettivo le persone ritratte si sentono libere di esprimere sé stesse, mettendo in scena le proprie stranezze e lasciandosi andare a comportamenti normalmente considerati inaccettabili, avvolti dal fumo acre e denso che riempie gli ambienti.

Il progetto assume una connotazione inedita nella mostra «Color Lehmitz» allestita a Fotografiska fino al 6 marzo. Curata da Angie Åström, pur presentando le fotografie più note della serie, include infatti scatti mai pubblicati, manipolati dagli interventi manuali con cui l’artista ha rielaborato le sue immagini negli ultimi cinquant’anni.

L’atteggiamento che caratterizza la poetica di Petersen viene qui enfatizzato attraverso l’uso di colore e segni grafici applicati sui provini a contatto, in un dialogo che sacrifica il valore testimoniale del racconto a favore di un’interpretazione a posteriori ancor più intima e coinvolgente.

A sinistra «Lilly Rosen»; a destra «Marlene» di Anders Petersen. © Anders Petersen

Monica Poggi, 22 gennaio 2022 | © Riproduzione riservata

Articoli precedenti

Da Mark Neville sull’Ucraina all’iraniana Mashid Mohadjerin, le urgenze socio-politiche al centro delle pubblicazioni più recenti

Al MAST un ricco percorso tra fotografie, album e video realizzati da 200 fotografi italiani e internazionali

Due mostre a lungo termine anticipano la realizzazione del centro di fotografia del Victoria & Albert, prevista per l’inizio del 2023

Il primo a sorprendersi per l’Hasselblad Award è stato il vincitore: «Ho pensato che fosse un errore»

Il caffè dei destini incrociati di Anders Petersen | Monica Poggi

Il caffè dei destini incrociati di Anders Petersen | Monica Poggi