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Micaela Deiana
Leggi i suoi articoliNoto anche come seta marina, il bisso è una fibra tessile ottenuta dalle secrezioni della Pinna nobilis, un particolare tipo mediterraneo di mollusco, oggi a rischio estinzione. Chiara Vigo, maestra artigiana, ha elaborato una tecnica di raccolta del prezioso materiale dall’animale vivente, creando una via di sviluppo sostenibile di una tradizione millenaria. Dal 2005 condivide il proprio sapere presso il Museo del Bisso Vivente. Qui i visitatori possono ascoltare i racconti dell’artigiana, vederla tessere e toccare con mano i manufatti creati.
Nonostante il piccolo centro sia molto apprezzato e attiri studiosi da tutto il mondo, il Comune a gennaio ne ha annunciato la chiusura, per questioni di agibilità degli spazi. Immediatamente la comunità, locale e non, si è mobilitata con una petizione online che ha raccolto finora 18mila firme. Il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru ha quindi espresso l’impegno a trovare una soluzione per salvare il museo e valorizzare il patrimonio che rappresenta. Una via potrebbe essere l’iscrizione alla Lista del patrimonio immateriale dell’Unesco. Per quanto l’iter di candidatura sia avviato già da qualche anno, la richiesta non ha ancora trovato accoglienza.
La questione risulta particolarmente urgente per il fatto che la Vigo rappresenta l’unico artigiano a padroneggiare questa tecnica, il che, per i criteri dell’Unesco, porterebbe direttamente alla categoria di «patrimonio in pericolo». La chiusura del museo pare scongiurata ma la strada per la piena tutela e valorizzazione è ancora da tracciare.
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