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Maria Letizia Paiato
Leggi i suoi articoliNel 2024 il MuNDA, Museo Nazionale d’Abruzzo festeggia i 70 anni dal ritrovamento del Mammut, il cui celebre fossile è stato rinvenuto nel 1954 dall’Anonima Materiali Argillosi durante alcuni lavori nella Fornace Santarelli a Madonna della Strada, frazione di Scoppito (L’Aquila). Il programma «Mammut 70. L’emozione del ritrovamento» racconta dunque la storia dell’eccezionale scoperta, ma anche la mission del museo, dedito alla conservazione, alla ricerca e alla divulgazione del sapere.
Risalente a una specie estinta 780mila anni fa, lo scheletro del Mammut di Scoppito appartiene a un esemplare maschio di 55 anni vissuto circa 1,3 milioni di anni fa, che pesava 11.500 chilogrammi (più o meno quanto 140 uomini) e si nutriva principalmente di corteccia d’alberi, foglie, frutti, arbusti ed erba. L’incredibile vicenda di uno tra i reperti più noti del MuNDA è documentata in una piccola ma esaustiva mostra, che ne ripercorre le tappe dallo scavo al recupero, all’attuale allestimento.
Grazie alla collaborazione con l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila saranno inoltre realizzati prototipi 3d del Mammut e del suo teschio, rendendo fruibile anche agli utenti non vedenti la sala del bastione est, dove è collocato l’enorme scheletro. Già premio Fossili Regionali 2023, gli studi sul Mammut abruzzese sono oggi arricchiti da una rilevante documentazione, parzialmente inedita, sul suo ritrovamento, donata dalle famiglie Santarelli e Pietrosanti. Si tratta di studi cui il prossimo autunno sarà dedicato un convegno scientifico intitolato «Il Mammut del Castello: settant’anni dalla sua scoperta», nel quale saranno anche illustrati il recente restauro e i nuovi dati acquisiti grazie alle innovative metodologie di indagine applicate sull’esemplare.
Esposto al pubblico dal 1960 nel Bastione Est del Castello Cinquecentesco, prima sezione del Museo Nazionale d’Abruzzo, era già stato oggetto di diversi interventi di restauro, di cui l’ultimo nel 2013-15. Il Mammut di Scoppito racconta il territorio e la vita del Pleistocene inferiore e medio, quando la regione era ricca di laghi, paludi e grandi valli fluviali. Nell’ampia collezione del museo si trovano inoltre una selezione di dipinti e sculture che vanno dall’antichità al Medioevo, dall’Età Moderna fino al Naturalismo, al Barocco abruzzese e al secondo Ottocento.
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