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«Natura Morta» (1946) di Antonio Sanfilippo, Collezione Ballatore Tumbarello. Foto Giorgio Varvaro

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«Natura Morta» (1946) di Antonio Sanfilippo, Collezione Ballatore Tumbarello. Foto Giorgio Varvaro

I segni e i sogni di Antonio Sanfilippo

Un’antologica diffusa in quattro sedi siciliane celebra, nel centenario della nascita, uno dei maestri dell’astrazione pittorica italiana

Giusi Diana

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Un’antologica diffusa tra Partanna (Trapani), dov’era nato nel 1923, e Palermo celebra il centenario dalla nascita di Antonio Sanfilippo (1923-80), uno dei maestri dell’astrazione pittorica italiana. «Antonio Sanfilippo. Segni, Forme, Sogni della Pittura. Cento Anni», curata da Bruno Corà, è visitabile fino al 24 febbraio in quattro sedi: il Villino Scerbi e il Castello Grifeo a Partanna (Trapani), il Riso-Museo Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea e Villa Zito, sede della Fondazione Sicilia, a Palermo. Esposte in mostra più di 100 opere provenienti da collezioni pubbliche e private, tra cui la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, la Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino, il Mart di Rovereto, la Fondazione Prada di Milano e l’Archivio Accardi Sanfilippo di Roma.

A Partanna presso il Villino Scerbi, un tempo appartenuto alla famiglia dell’artista, è possibile vedere un inedito dipinto murale giovanile di vaste dimensioni, «L’atelier» del 1943, fortuitamente rinvenuto sotto strati di intonaco nel 2014 e restaurato salvandolo dalla distruzione, mentre al Museo archeologico del Castello Grifeo sono esposti disegni, tempere e oli, in maggior parte di piccolo formato, provenienti da collezioni private, tra cui due autoritratti della prima metà degli anni Quaranta, alcuni ritratti, nature morte e diversi paesaggi.
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La mostra al Riso espone invece le opere della maturità dell’artista; accanto ai tre dipinti della collezione del museo siciliano, sono presenti alcuni capolavori pressoché coevi provenienti da musei e collezioni nazionali, come «Estensione verde arancio» (1965) della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, «Ocra viola» (1964) della Gam di Torino e «Nulla si crea dal nulla» (1954) della Fondazione Prada.

Nella mostra a Villa Zito sono esposte le opere che coprono un arco temporale che va dal 1947, anno della sottoscrizione del Manifesto del gruppo «Forma 1» (con Pietro Consagra, Mino Guerrini, Ugo Attardi, Carla Accardi, Achille Perilli e Piero Dorazio), fino al 1971, mostrando lo sviluppo linguistico nella ricerca di Sanfilippo. Si va da una natura morta del 1947 ancora picassiana, per attraversare un’astrazione memore di Kandinskij, approdando dopo il 1953 alla cifra segnica che gli sarà peculiare, rinnovandola nelle rarefazioni e negli sciami di segni degli anni Sessanta, per giungere alle «linee punti» dei primi anni Settanta.

La mostra è promossa dal Comune di Partanna, con il sostegno del Dipartimento Regionale e dell’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, con la Fondazione Sebastiano Tusa, Fondazione Sicilia, Sicily Art and Culture, e in collaborazione con l’Archivio Accardi Sanfilippo di Roma.

Giusi Diana, 08 gennaio 2024 | © Riproduzione riservata

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I segni e i sogni di Antonio Sanfilippo | Giusi Diana

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