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Gina Lollobrigida riceve un'onorificenza, 3 marzo 1963

Keystone Press, Alamy Stock Photo

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Gina Lollobrigida riceve un'onorificenza, 3 marzo 1963

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I ricordi di Gina, la regina

Da Wannenes a Genova vanno all’incanto opere d’arte, oggetti e memorabilia appartenuti alla diva romana

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Elena Correggia

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Tutti la conoscono come una delle ultime dive del cinema, celebrata e contesa dai registi in Italia così come a Hollywood. Ma se si sfoglia il catalogo dell’asta dei suoi cimeli e opere d’arte che la casa d’aste Wannenes batterà a Genova, il 28 maggio, si scopre che Gina Lollobrigida fu molto di più. Scultrice e fotografa, oltre che attrice, ebbe lei stessa una vita «da film», scandita da incontri e da amicizie fuori dal comune, da Humphrey Bogart a Salvador Dalì, da John Wayne a Federico Fellini, per non tralasciare statisti e uomini politici come Henry Kissinger e Bill Clinton. Marilyn Monroe, quando era già un mito, le confessò che nel suo Paese la chiamavano la «Lollo d’America». Ma a fare notizia è soprattutto lo storico apprezzamento da parte di Fidel Castro, che nel 1974 la invita a Cuba e la ospita con gli onori di una regina, mettendole a disposizione una villa e uno stuolo di assistenti. A 13 anni dalla fallita invasione statunitense della Baia dei Porci, la Gina nazionale favorisce la distensione dei rapporti fra Cuba e l’Occidente meglio di un diplomatico. Intervista il Lider maximo e, a suggello dell’incontro, Fidel le regala il suo orologio Seiko in titanio con tanto di dedica «A Gina con ammirazione». Sarà proprio questo uno dei lotti di punta dell’asta di Wannenes. «Ogni catalogo racconta la storia degli oggetti che lo compongono, ma in questo caso a essere narrata è la Storia con la S maiuscola, un viaggio nell’esistenza di una donna straordinaria», commenta Guido Wannenes, amministratore delegato dell’omonima casa d’aste.

Orologio da polso in titanio appartenuto a Fidel Castro e regalato a Gina Lollobrigida. Cortesia di Wannenes

L’incanto comprende circa 400 lotti fra memorabilia, oggetti e arredi provenienti dalla dimora della diva sull’Appia antica, tutti a offerta libera. La vendita è stata richiesta dal notaio su autorizzazione del tribunale per saldare i debiti lasciati dalla diva e che testimoniano le controversie legali ancora in corso fra gli eredi. Fra i cimeli sono presenti vari premi e onorificenze come un Golden Globe Award, un David di Donatello e due Nastri d’Argento. E poi la stella che l’attrice ricevette nel 2018 sulla passeggiata delle star, la Walk of Fame di Hollywood e la sua macchina fotografica, una Hasselblad degli anni ’70-80. E ancora, il libretto con la moneta commemorativa per il lancio dello Space Shuttle Discovery con tanto di dedica autografa di Buzz Aldrin e una coppia di spade utilizzate in una scena del film «La donna più bella del mondo». «In catalogo sono poi presenti varie opere d’arte, gioielli e arredi di epoche e provenienze diverse, che rivelano la personalità cosmopolita della diva», prosegue Wannenes. Fra i pezzi più pregiati si segnalano tre poltrone dell’ambito di Andrea Brustolon, della prima metà del XVIII secolo, molto simili a quelle che arredano le sale del Wawel, il castello di Cracovia, e uno stipo monetiere siciliano del ‘600-‘700 in legno ebanizzato, con inserti in corallo su placche e profili in rame dorato. L’amicizia con Giacomo Manzù è testimoniata da una sua scultura in bronzo che raffigura proprio la Lollobrigida. Numerose poi le icone, un’autentica passione dell’attrice, alcune tele fiamminghe, mobili laccati eappliques francesi e una buona selezione di arte orientale, all’interno della quale spiccano un versatoioda cerimonia sino-tibetano con coperchio in argento del XIX-XX secolo, una custodia e impugnatura in metallo repoussé con inserti in giada bianca e pietre dure, anch’essa tibetana risalente allo stesso periodo e una coppia di sgabelli da giardino in porcellana, rosa a fondo giallo proveniente dalla Cina, del XIX secolo. «Se si guardano le opere in collezione si percepisce l’animo fortemente artistico della diva», aggiunge Wannenes. «Alcuni oggetti d’arte sono stati da lei reinterpretati in modo estroso e divertente, penso ad esempio al Buddha in bronzo dorato che teneva nell’anticamera del suo spogliatoio e che reggeva i suoi occhiali da sole portando al collo le sue perle: opere che diventavano veri e propri compagni di vita nella quotidianità».

Stipo monetiere siciliano del ‘600-‘700. Cortesia di Wannenes

Elena Correggia, 27 maggio 2024 | © Riproduzione riservata

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