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Carlo Avvisati
Leggi i suoi articoliPompei (Napoli). L’idea sottesa all'allestimento della sezione sui calchi e le foto otto-novecentesche degli scavi nella mostra «Pompei e l’Europa, 1748-1943», aperta da domani nell'anfiteatro di Pompei, è stata quella di coniugare il mondo egiziano con quello romano del I secolo dopo Cristo. A questo scopo l'architetto Francesco Venezia ha immaginato e realizzato una piramide tronca sulla punta, al cui interno, al centro, ha collocato i calchi dei pompeiani morti durante l’eruzione del 79 d.C., realizzati a partire dal 1863 dall'archeologo Giuseppe Fiorelli. Tutt’intorno, foto di scavi, di affreschi, di scritte parietali.
Con i calchi si è realizzato un gioco di forme e prospettive in grado di evocare nei visitatori la tragedia vissuta dai pompeiani di duemila anni fa. I gessi, appena restaurati, per effetto della superficie nera su cui poggiano appaiono sospesi nell’aria, riproponendo i terribili istanti in cui davvero i corpi vennero sollevati dalle nubi di ceneri e gas bollenti espulsi dal Vesuvio.
La mostra, inaugurata dal ministro Dario Franceschini, insieme al soprintendente Massimo Osanna e al direttore generale del Grande Progetto Pompei, il generale Giovanni Nistri, è stata promossa dalla Soprintendenza speciale per Pompei, Ercolano, Stabiae e dalla Direzione generale del Gpp, in collaborazione con il Museo Archeologico di Napoli e da Beaux-Arts de Paris, Ecole Nationale Superiéure e sarà visitabile sino al prossimo 2 novembre (catalogo Electa). «Le ragioni della mostra, ha spiegato Osanna, stanno anche nell’aver ridato dignità ai calchi che non sono opera d’arte, ma resti di esseri umani, oltre che nell’evidenziare l’importanza della scoperta di Pompei nell’Europa del Settecento».
L’inaugurazione è stata anche l’occasione per il direttore generale del Gpp Nistri di soffermarsi sui progetti di recupero: si è completata la fase progettuale di tutti i lavori, mentre si è giunti al 90 per cento circa della fase di gara. Infine, la fase esecutiva è stimata al 50 per cento. I fondi europei, 105 milioni di euro, a disposizione del Gpp devono essere spesi inderogabilmente entro il 31 dicembre prossimo
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