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Kimberly Hatfield
Leggi i suoi articoli«I fari hanno un elemento magico che cattura l’immaginazione, nota Tara Kelly, direttrice esecutiva di Maine Preservation, organizzazione che salvaguarda luoghi storici, edifici, centri cittadini e quartieri. Sono romantici guardiani solitari che proteggono le nostre coste». Oggi però questi guardiani della costa, amati sia dai residenti del Maine che dai 7,75 milioni di turisti che ogni estate visitano lo Stato più settentrionale del New England, stanno affrontando problemi così gravi da essere stati inseriti nella lista World Monuments Watch 2025. Comparire nella lista, redatta ogni due anni dal World Monuments Fund (Wmf), è un riconoscimento ambivalente che identifica i siti del patrimonio culturale in grave pericolo; il che pone i fari del Maine nella stessa categoria delle sculture in terracotta di un monastero in rovina in Portogallo, degli antichi majel per la raccolta dell'acqua nella Tunisia colpita dalla siccità e della Casa dei Maestri di Kiev nell’Ucraina devastata dalla guerra.
Secondo Bob Trapani Jr, direttore esecutivo dell’American Lighthouse Foundation, la fondazione americana per i fari, la designazione del Wmf porta alla costa del Maine una speranza tanto necessaria sotto forma di consapevolezza, sostegno e nuove risorse. Tra tutte le sfide che i fari del Maine devono attualmente affrontare, la più grande è «l’inazione».
Un totale di 66 fari costellano i circa 5.600 km della costa del Maine, dal Whaleback Light a sud di Kittery al Whitlocks Mill Light, il cui raggio arriva fino al Canada. Il faro di Portland Head è il più famoso e attira almeno un milione di turisti all’anno. Fu completato nel 1791 sotto il primo presidente degli Stati Uniti, George Washington, quando il Maine faceva ancora parte dello Stato del Massachusetts. La sua torre alta poco meno di 25 metri guida la navigazione nel secondo porto più grande del New England. Il faro più fotografato al mondo, però, non è solo una torre. Il sito della stazione di segnalazione luminosa comprende una casa a due piani per il guardiano (ora trasformata in museo), una storica casa per l’olio, dove si conservava il combustibile, un edificio per i segnali da nebbia e altre strutture di supporto.
Le stazioni di segnalazione luminosa sono rinomate come impavidi monumenti delle tradizioni costiere, ma quelle come il faro di Portland Head stanno affrontando sfide senza precedenti a causa dei cambiamenti climatici. La situazione è diventata particolarmente critica nel gennaio 2024, quando una serie consecutiva di tempeste, oltre a venti fortissimi, ha provocato maree eccezionalmente alte e inondazioni. All’indomani della catastrofe, l'allora presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva dichiarato lo «stato di grave calamità».
In quell’occasione le passerelle del faro di Portland Head sono state distrutte e la porta della torre scardinata. Ma, come avrebbe presto scoperto Trapani, non era quella la cosa peggiore. Trapani e Ford Reiche, proprietario e restauratore del faro di Halfway Rock (un tempo il faro più a rischio degli Stati Uniti), hanno sorvolato la zona per valutare la situazione. Hanno ispezionato decine di stazioni di segnalazione luminosa dal fiume Kennebec fino all'isola di Mount Desert e hanno controllato due dei fari più remoti del Paese, situati a più di 20 miglia dalla costa. I danni erano scoraggianti. I muri di mattoni erano stati squarciati e i supporti in cemento sollevati dal loro posto. Le case storiche erano state allagate, danneggiate e in alcuni casi divelte dalle fondamenta. Addirittura due dighe di protezione erano state distrutte dalle tempeste. Moli, passerelle e rampe per barche danneggiati avrebbero ostacolato l’accesso dei visitatori e le riparazioni. Trapani e Reiche hanno stimato i danni in 5,5 milioni di dollari. E le risorse immediatamente disponibili per farvi fronte? Zero.
Fari in prima linea
La modernizzazione ha trasferito la gestione dei fari dal Governo federale a privati e organizzazioni non profit. Anche il ruolo dei fari nelle comunità costiere sta cambiando. L’automazione attraverso l’elettrificazione ha praticamente eliminato i guardiani dei fari. E l'emergere degli strumenti di navigazione digitale ha ridotto il ruolo dei fari nella sicurezza marittima, portando all’abbandono delle strutture e delle proprietà. La comunità dei fari del Maine negli anni '90 ha risposto sperimentando nuovi approcci alla proprietà e al riutilizzo adattivo, che sono stati poi adottati in tutti gli Stati Uniti. Ma questi fari, molti dei quali resistono fin dai tempi coloniali, potrebbero trovarsi ad affrontare il loro avversario più difficile nel XXI secolo.
Fondamentalmente, fa notare Kelly, i fari sono stati costruiti in luoghi pericolosi, su scogliere e isole, come ausili alla navigazione. «Sono esposti alle intemperie anche nelle condizioni migliori, da più di duecento anni, dice. Ma sono ancora più a rischio per la loro posizione bassa e per il fatto di trovarsi completamente su isole».
Una situazione destinata a peggiorare. Il Golfo del Maine si sta riscaldando a un ritmo tre volte superiore alla media globale e si prevede che il livello del mare locale aumenterà tra 45 e 90 cm entro il 2050. Le tempeste invernali dovrebbero diventare più umide, ventose ed estreme. Le tempeste dello scorso anno hanno causato danni per 90 milioni di dollari alle sole infrastrutture pubbliche, devastando la zona costiera del Maine. Anni di impegno per preservare i fari sono stati spazzati via in poche ore, lamenta Trapani. È stato un campanello d’allarme che ha richiesto un nuovo modo di pensare. Pertanto, ha collaborato con Maine Preservation per candidare i fari dello stato alla lista del Wmf.
Il Wmf ha lanciato il World Monuments Watch nel 1996 per sensibilizzare l’opinione pubblica e mobilitare risorse a favore dei siti culturali che rischiano di scomparire. Ad oggi il Wmf ha stanziato 120 milioni di dollari a favore di quasi 350 siti in tutto il mondo e ha aiutato le comunità locali a raccogliere altri 300 milioni di dollari per proteggerli. I progetti vengono selezionati in base al loro potenziale di resilienza e innovazione di fronte a sfide urgenti come la rapida urbanizzazione o le catastrofi naturali. I fari del Maine rispondono a questi requisiti grazie alla loro celebre rappresentazione dell’identità costiera e alla loro vulnerabilità ai cambiamenti climatici.
Oltre all’accesso alla rete globale di esperti del Wmf, il programma Watch, della durata di due anni, offre nuove risorse, partnership e dati indispensabili alla comunità dei fari del Maine. I suoi membri stanno già esplorando nuove collaborazioni per sensibilizzare l’opinione pubblica e stanno collaborando con l'Università del New England per effettuare sopralluoghi e creare casi di studio che aiutino a pianificare le risposte e a coinvolgere i decisori politici e i nuovi donatori.
«Sono in prima linea, in mare aperto, dice Trapani riferendosi ai fari. E per quanto riguarda il cambiamento climatico, quando otteniamo risultati positivi in questi siti, questi si riflettono sulle nostre comunità costiere, che stanno anch’esse cercando di diventare più resilienti e di capire come affrontare queste difficili questioni. Penso che possano servire come esempi meravigliosi, una luce splendente, per così dire, di ciò che è possibile fare se ci uniamo».