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Gli otto dell’Unesco

Olga Scotto di Vettimo

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Ambasciatore, membro dell’Accademia del Consiglio Internazionale per i Monumenti e Siti (Icomos-Parigi), membro del Comitato Scientifico e del Cda del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali, Francesco Caruso (Napoli, 1940) da luglio 2015 è consigliere per le Relazioni internazionali e per l’Unesco del presidente della Giunta Regionale della Campania. 

Quali sono le novità nella programmazione regionale 2016-20 per il Patrimonio Unesco della Campania?
Abbiamo elaborato, finanziato e messo in fase di avvio un «Sistema integrato» di valorizzazione inteso a collegare i Siti Unesco della Regione. I quattro punti di attacco previsti nel progetto (conoscenza, comunicazione, formazione e integrazione nel territorio) saranno realizzati attraverso film, brochure e targhe illustrative plurilingue, una fitta rete di infopoint, un’adeguata segnaletica stradale, la creazione di un sistema integrato di collegamenti tra i siti (non facile: parliamo di circa 150 Comuni), l’utilizzo della già sperimentata Artecard e la creazione dei «normali» servizi di complemento dei siti (caffetterie, librerie, servizi igienici ecc).

Quanti sono i siti materiali e immateriali della Regione inclusi nell’elenco?
Sei siti così detti «materiali»: il Centro storico di Napoli, la Reggia di Caserta, il complesso di San Leucio e l’Acquedotto Vanvitelliano; la Costiera amalfitana; il sito archeologico di Pompei, Ercolano, Torre Annunziata, Stabia; il Parco del Cilento e Vallo di Diano, la Certosa di Padula con i siti archeologici di Paestum e Velia; il sito seriale della «Via Longobardorum» (Santa Sofia in Benevento). Due i valori «immateriali» parimenti riconosciuti: la dieta mediterranea e le Macchine a spalla «Gigli di Nola».

Quali sono le novità per il Real Sito di Carditello e per i Campi Flegrei?
Per Carditello stiamo predisponendo il progetto inteso a estendere al sito la tutela e gli obblighi di sviluppo già in atto per il sito riconosciuto di Caserta. Questo procedimento, detto della «minor modification», è in fase di elaborazione e necessiterà di un convinto sostegno politico in ragione soprattutto delle «criticità ambientali» che circondano Carditello. Per i Campi Flegrei ricordo che la candidatura a sito Unesco fu presentata nel 2008, ma fu sospesa a causa della forte situazione di degrado ambientale dell’area durante il periodo di presentazione. Il progetto di candidatura è stato ripreso sotto il mio coordinamento, su sollecitazione dei cinque sindaci del territorio flegreo che hanno rivolto una richiesta in tal senso al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, arricchendo il precedente dossier, basato sul solo aspetto «naturale» del bradisismo e dei Parchi subacquei, con gli aspetti «culturali» delle ricchezze archeologiche dell’area flegrea. 

Quali altri siti dovrebbero essere inclusi?
Tra i valori della Lista dei beni immateriali potrebbero legittimamente figurare la «Canzone napoletana» e «L’arte del corallo».

Olga Scotto di Vettimo, 07 dicembre 2016 | © Riproduzione riservata

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