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Redazione GdA
Leggi i suoi articoliLeonardo al centro. Basta il suo nome per avere la certezza di poter contare su frotte di visitatori che accorrono per ammirarne le opere, anche in assenza di un anniversario importante. A maggior ragione quest’anno, che l’anniversario c’è: ricorrono infatti i 500 anni della sua morte. Le celebrazioni si sono aperte lo scorso ottobre con l’esposizione di 30 disegni al Teylers Museum di Haarlem e con la mostra alla Galleria degli Uffizi di Firenze incentrata sul «Codice Leicester» (1504-08): settantadue fogli di studi su acqua, astronomia, aria e luce, prestati al museo fiorentino dal fondatore di Microsoft Bill Gates, che nel 1994 li acquistò per 30,8 milioni di dollari. Firenze non dimentica poi il «maestro di Leonardo», come recita la mostra su Andrea del Verrocchio, che si dipanerà, a cura di Francesco Caglioti e Andrea De Marchi, nelle sale di Palazzo Strozzi con una sezione speciale al Museo del Bargello. Ricca di oltre 120 opere tra dipinti, sculture e disegni, costituisce la prima retrospettiva mai dedicata a Verrocchio, mostrando al contempo gli esordi di Leonardo e offrendo uno sguardo sulla produzione artistica della Firenze di Lorenzo il Magnifico, tra il 1460 e il 1490 circa. I capolavori del Verrocchio saranno in dialogo serrato con quelli di opere capitali di «precursori, fiancheggiatori e discepoli», come Desiderio da Settignano, Domenico Ghirlandaio, Sandro Botticelli, Pietro Perugino, Bartolomeo della Gatta e Lorenzo di Credi, oltreché, naturalmente, Leonardo.
A Milano l’anno leonardiano si è aperto il 18 dicembre alla Biblioteca Ambrosiana con una esposizione in due tempi (ciascuno della durata di tre mesi) che presenta nel suo complesso 46 fogli, selezionati dal Collegio dei Dottori della Veneranda Biblioteca Ambrosiana tra quelli più importanti del Codice Atlantico, la collezione leonardiana più importante e completa al mondo, vanto dell’istituzione milanese, in grado di ripercorrere la carriera dell’artista dai giovanili anni fiorentini fino all’ultimo periodo in Francia, al servizio di Francesco I. S’incentra appunto sui disegni architettonici e idraulici di Leonardo eseguiti in Francia tra il 1516 e il 1518 la selezione operata da Pietro C. Marani, che dal codice ambrosiano ha scelto 23 fogli, visibili nella mostra «Leonardo in Francia. Disegni di epoca francese dal Codice Atlantico». Il ciclo leonardiano dell’Ambrosiana si chiude con «Leonardo e il suo lascito: gli artisti e le tecniche», curata da Benedetta Spadaccini e dedicata ai disegni realizzati da Leonardo e dagli artisti della sua cerchia.
Altro appuntamento da segnalare è «Leonardo da Vinci. Disegnare il futuro», che sarà ospitato nelle sale della Galleria Sabauda a Torino a partire dal 15 aprile, giorno della nascita dell’artista. Curata dalla direttrice dei Musei Reali Enrica Pagella, da Francesco Paolo di Teodoro e da Paola Salvi, la mostra ripercorre la ricerca di Leonardo nel campo dell’arte e della scienza. Fulcro dell’esposizione è l’«Autoritratto» custodito nel caveau della Biblioteca Reale torinese, cui si affiancheranno la collezione di 13 disegni autografi, acquistati da Carlo Alberto, e il Codice sul volo degli uccelli. In tutto una cinquantina le opere, anche di Michelangelo, Raffaello e Rembrandt.
La Royal Collection britannica, che grazie in gran parte a Carlo II possiede più di 500 disegni di Leonardo, esporrà 200 schizzi a Buckingham Palace (a maggio) e 80 fogli alla Holyroodhouse (a novembre); 144 disegni dalla collezione reale saranno esposti in giro per la Gran Bretagna in 12 mostre simultanee, ognuna incentrata su 12 disegni. A Parigi intanto il Louvre sta lavorando, rivela il direttore Jean-Luc Martinez, a una mostra «senza precedenti» che comprenderà i dipinti nella collezione del museo, tra cui «La Belle Ferronnière» (1490). L’obiettivo, confessa, «è radunare il maggior numero possibile di opere di Leonardo».
A cura di Emily Sharpe e Anna Maria Farinato
Il secolo del Bauhaus
Quando nel 1919 Walter Gropius fondò il Bauhaus, alla scuola di avanguardia di arte e design si iscrissero più donne che uomini perché fu una delle prime istituzioni del suo genere ad accettare le studentesse. In onore del suo centenario, l’Angermuseum di Erfurt fa luce su quattro pioniere con la mostra «Ragazze del Bauhaus» (24 marzo-16 giugno). La scuola originale fu chiusa nel 1933 per la pressione nazista, ma un nuovissimo Bauhaus Museum Weimar aprirà ad aprile con un’esposizione permanente dal titolo «Il Bauhaus viene da Weimar». E a Dessau, a settembre, sarà inaugurato un nuovo edificio progettato da Gonzaléz Hinz Zabala per ospitare la collezione di manufatti dalla Stiftung Bauhaus Dessau. Il calendario completo del centenario del Bauhaus.
A cura di Margaret Carrigan
Il grande anno di Brueghel
Gli eventi organizzati per commemorare il 450mo anniversario della morte di Pieter Brueghel il Vecchio (circa 1525-69) hanno preso il via a ottobre al Kunsthistorisches Museum di Vienna, con l’apertura della più vasta monografica sull’artista (terminata al 13 gennaio). Tra le altre istituzioni che rispolvereranno i loro Brueghel c’è la Bibliothèque Royale de Belgique di Bruxelles, che in autunno organizzerà una mostra incentrata sulle opere su carta.
A cura di Emily Sharpe
Rembrandt «spacca»
Da Amsterdam a Monaco di Baviera numerose istituzioni celebreranno il 350mo anniversario della morte di Rembrandt van Rijn (1606-69) con un eclettico mix di mostre ed eventi incentrati sulla vita e sull’opera del maestro olandese del Secolo d’Oro. Ogni suo lavoro conservato al Rijksmuseum, compresi i disegni troppo fragili per essere esposti, uscirà dagli armadi per una mostra che si inaugurerà in febbraio, seguita in autunno da un altro blockbuster che metterà a confronto i dipinti di Rembrandt con le opere di Diego Velázquez. Gli affari privati pittore vengono esplorati in due mostre al Museum het Rembrandthuis e agli Stadsarchief (gli Archivi comunali) di Amsterdam: questi ultimi in particolare, servendosi della realtà aumentata daranno vita ai documenti dei committenti di Rembrandt (e a quelli relativi ai suoi problemi finanziari).
A cura di Emily Sharpe
Giulio torna a Mantova
Potrà contare sul prestito di ben 72 disegni che per la prima volta lasciano il Dipartimento di arti grafiche del Louvre, oltre che una selezione di dipinti, stampe e maioliche dalle più importanti collezioni museali italiane ed europee, la mostra «Con nuova e stravagante maniera. Giulio Romano a Mantova». Nata dalla collaborazione tra il Palazzo Ducale di Mantova, che la ospiterà a partire dal 6 ottobre, e il Louvre la mostra ripercorrerà in maniera organica e completa la carriera del geniale e poliedrico allievo di Raffaello.

«Lezione di anatomia» di Rembrandt
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Dal 2019 è direttrice esecutiva e chief curator dello Zeitz Museum of Contemporary Art Africa (Zeitz Mocaa) a Città del Capo
Intervista a Nicolas Ballario, divulgatore, curatore e comunicatore che ha spesso lavorato con il neo Ministro della Cultura Alessandro Giuli, per iniziare a capire che Ministero sarà
È un «San Sebastiano», opera giovanile commissionata nel 1618 dal cardinale Pietro Aldobrandini. Probabilmente, per complesse vie ereditarie, è passato da Roma a una piccola chiesa francese vicina a Versailles, dov’è attestato dal 1836