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Carlo Avvisati
Leggi i suoi articoliNapoli. Tornano visibili i capolavori nascosti per anni nei depositi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Il progetto per riportare «alla luce» mirabili esemplari di sculture greche e romane è partito ieri con l'apertura della esposizione «Beni culturali invisibili»: novantanove opere scelte dalla collezione statuaria, fino ad ora mai presentata al pubblico, collocate in un nuovo spazio espositivo, una teca di vetro appositamente realizzata nel cortile interno dell'Archeologico napoletano.
Il piano di «valorizzazione dei depositi del Museo Archeologico di Napoli» è stato presentato dal neodirettore del museo, Paolo Giulierini, assieme a Luca Maggi, architetto, da un anno alla guida della Soprintendenza Regionale Campana, Marcella Logli, direttore generale Fondazione Telecom Italia e Gaetano Daniele, Assessore alla Cultura e al Turismo di Napoli.
La riscoperta dei «Beni invisibili» è frutto della collaborazione tra la Fondazione Telecom Italia, che ha sostenuto finanziariamente il Progetto «Storage-Beni culturali invisibili», e il Mibact. Le sculture, che arrivano da Baia, Pozzuoli, Cuma, Pompei, Ercolano e da Roma, raffigurano guerrieri, puteali, dèi, matrone. Particolarmenti interessanti il bassorilievo con il dio Mitra che uccide il toro e un Dioniso con pantera e tirso. A curare l'esposizione è stata Valeria Sampaolo, già direttrice dell'Archeologico quando il Museo era una costola della Soprintendenza archeologica di Napoli. «Le statue, ha sottolineato l'archeologa, sono state selezionate tra quelle accantonate nelle sale degli Imperatori. Se non le avessimo esposte sarebbero andate di nuovo nei depositi».
Il visitatore potrà identificare ogni statua o frammento attraverso immagini con didascalie che scorrono su uno schermo installato all'esterno della «megateca». Qualora condizioni atmosferiche sfavorevoli non consentissero di usare lo screen, sarà possibile comunque visualizzare le opere consultando una postazione attiva nell'atrio del Museo.
«Con questa esposizione, con la quale inizia la scommessa sul futuro prossimo dell'Archeologico di Napoli, puntualizza Giulierini che intanto aveva appena formalizzato il passaggio di consegne del Museo con la Soprintendente archeologa campana, Adele Campanelli, diamo il "la" all'idea di come si potrebbe rivisitare l'allestimento permanente del contenitore, consentendo cioè di affiancare le nuove tecnologie all'esposizione classica. Ovviamente non si vuole sconvolgere l'attuale allestimento, ma lo si vuole raccordare con un filo di comunicazione chiaro e integrato con le enormi potenzialità che la tecnologia oggi ci offre».

Le sculture invisibili esposte nella teca del Museo Archeologico di Napoli

Le sculture invisibili esposte nella teca del Museo Archeologico di Napoli

Le sculture invisibili esposte nella teca del Museo Archeologico di Napoli

Il direttore del Museo Archeologico di Napoli Paolo Giulierini

Le sculture invisibili esposte nella teca del Museo Archeologico di Napoli
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