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Filippo Manfredi, direttore generale di Fondazione Cariverona, alla mostra immersiva «Un bacio senza tempo» al Teatro Ristori

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Filippo Manfredi, direttore generale di Fondazione Cariverona, alla mostra immersiva «Un bacio senza tempo» al Teatro Ristori

Fondazione Cariverona rinnova il ruolo dell’arte tra welfare, innovazione e territorio

Tra i progetti messi in atto e in cantiere, la mostra immersiva «Un bacio senza tempo» al Teatro Ristori, il riallestimento della sede con «Interregno» e le mostre «Tomorrows» e «Udatinos» che accompagneranno la prossima edizione di ArtVerona

Rischa Paterlini

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L’inaugurazione a inizio giugno della mostra immersiva «Un bacio senza tempo. Klimt e Shakespeare in un viaggio immersivo», al Teatro Ristori di Verona, è stata l’occasione per conoscere più da vicino il lavoro della Fondazione Cariverona. Abbiamo incontrato il suo direttore generale, Filippo Manfredi. Una chiacchierata che ha restituito, al di là dell’evento in sé, l’idea di una cultura capace di attivare relazioni, valorizzare luoghi e costruire connessioni tra arte, territorio e società.
Da ente prevalentemente erogatore di risorse finanziarie a piattaforma progettuale, la Fondazione ha ampliato negli anni le sue linee d’azione, affiancando alla conservazione del patrimonio artistico e architettonico uno sguardo attivo sul presente. Teatro, mostre, ricerca, reti civiche e attività educative compongono oggi una visione trasversale che guarda ai bisogni reali del territorio. «Quando mi chiedono cosa facciamo, faccio sempre fatica a rispondere con una sola parola – racconta Manfredi. Sosteniamo la ricerca, l’istruzione, il volontariato, la cultura. Ogni ambito ha dinamiche e linguaggi propri, ma il nostro obiettivo è uno: attivare percorsi di crescita, creare contesti nuovi e utili, mettere in moto processi».
Se nella sua prima fase la Fondazione si è distinta per il recupero e la valorizzazione del patrimonio immobiliare, oggi quegli spazi – come il Teatro Ristori, Castel San Pietro, Palazzo Forti – diventano centrali in una visione culturale più ampia. «Siamo passati da una logica conservativa a una visione più proattiva. Non operiamo più da soli, ma in rete: con enti pubblici, università, accademie, collezionisti, fiere, scuole».
Un esempio concreto di questo approccio è la mostra «Il bacio senza tempo», firmata dall’artista Massimiliano Siccardi, con musiche originali del compositore Luca Longobardi e coreografie di Alessandra Celentano. L’allestimento ha trasformato il Teatro Ristori in un ambiente immersivo, dove immagini, suoni e movimento si fondono in un racconto continuo, capace di trasportare lo spettatore in un’altra dimensione.
In meno di un mese di apertura, la mostra ha registrato oltre 3.000 ingressi, ma i numeri raccontano solo una parte del risultato. Sono già più di 50 le convenzioni attivate con realtà locali – aziende, università, il Comune di Verona, l’Arena, il mondo dello sport e della sanità – che hanno scelto di proporre la visita anche come strumento di welfare, formazione o semplice esperienza culturale condivisa.

La mostra immersiva «Un bacio senza tempo» al Teatro Ristori

Il progetto nasce da un’analisi dettagliata dei flussi turistici: se Verona è una delle mete più visitate d’Italia, il quartiere dove si trova il Teatro – a meno di 500 metri da Piazza Bra – risultava in gran parte escluso dai percorsi tradizionali. Per questo, l’idea di una proposta estiva è diventata una strategia: attivare un’area della città ancora poco frequentata, restituire visibilità a un luogo significativo e creare una nuova abitudine culturale. «È un’area interessante ma poco vissuta – spiega Manfredi. Il Teatro Ristori era rimasto chiuso per trent’anni prima della sua riapertura nel 2012. Abbiamo deciso di dargli un’anima stabile, che non si limitasse alla programmazione invernale che spazia dal barocco al jazz, dalla danza agli educational, dalle cene-spettacolo al progetto Calici di Jazz, con concerti nelle cantine della Valpolicella. L’immersione digitale ci ha permesso di aprirlo anche nei mesi estivi e di farlo conoscere a nuovi pubblici e tutti hanno trovato il modo di abitare questo spazio in modo diverso».

La mostra immersiva «Un bacio senza tempo» al Teatro Ristori

Sempre più l’investimento in arte entra in modo trasversale nei diversi capitoli di intervento della Fondazione, confermando un impegno che punta a connettere linguaggi contemporanei, spazio pubblico e ricerca culturale. In particolare, in occasione di ArtVerona 2025, le sedi stesse della Fondazione diventeranno luoghi attivi di progettazione e confronto, ospitando iniziative distinte ma complementari, che riflettono questa visione allargata. «Interregno», a cura di Cesare Pietroiusti, trasformerà la sede istituzionale della Fondazione in un ambiente espositivo, attraverso un riallestimento con opere della collezione che riflette sul concetto di normalità come costruzione culturale e sociale. «Tomorrows», a cura di Jessica Bianchera e Domenico Quaranta, sarà ospitato a Palazzo del Capitanio, nel Cortile del Tribunale – uno degli spazi di proprietà della Fondazione – e affronterà il tema delle trasformazioni del corpo nell’era tecnologica, tra identità fluide e sguardi postumani, anche in dialogo con le prossime Paralimpiadi. «Udatinos», progetto di ricerca sviluppato con l’artista Oriana Persico, sarà presentato in anteprima all’interno del programma cittadino promosso dalla Fondazione. 
Tutti questi progetti rispondono a una visione condivisa: fare dell’arte uno strumento per interpretare il presente e immaginare scenari futuri, attivando competenze, relazioni e spazi in dialogo con la città. Ed è proprio su questo che oggi si gioca la partita: trasformare le buone idee in pratiche condivise, capaci di durare. 

Rischa Paterlini, 28 luglio 2025 | © Riproduzione riservata

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