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Alighiero Boetti, Mappa, 1989, ricamo su tessuto, 265,4X574, Collezione Giordano Boetti, Courtesy Fondazione Alighiero Boetti

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Alighiero Boetti, Mappa, 1989, ricamo su tessuto, 265,4X574, Collezione Giordano Boetti, Courtesy Fondazione Alighiero Boetti

Firenze, le mappe di Boetti a Palazzo Vecchio

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Laura Lombardi

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Firenze. A Palazzo Vecchio, il luogo che ospita gli «Arazzi» medicei disegnati da Bronzino e Pontormo (riuniti in mostra dopo il restauro) e le mappe cinquecentesche del Danti e del Bonsignori, sono esposte, da oggi fino al 22 novembre, due grandi mappe di Alighiero Boetti (280x580 cm circa), collocate nel Salone dei Cinquecento, in occasione del Summit Mondiale dei Sindaci, il cui titolo «Unityindiversity» (ispirato a uno storico summit organizzato da Giorgio La Pira sessant’anni fa) rimanda ai temi affrontati, ovvero il dialogo tra i popoli, la centralità dell’arte e della cultura nella costruzione della pace, la difesa delle antiche civiltà e delle tradizioni nella globalizzazione.

La mostra di Boetti, scomparso prematuramente nel 1994 e uno dei maggiori protagonisti dell’arte internazionale, voluta dal sindaco Dario Nardella e curata da Sergio Risaliti, è realizzata in collaborazione con la Fondazione Boetti, l’Archivio Boetti e la Galleria Tornabuoni Arte di Firenze e Parigi: l’intento è quello di sottolineare ancora una volta come Firenze, specie dopo eventi recenti quali le mostre di Koons a Palazzo Vecchio e di Gormley a Forte Belvedere (volute appunto dal Comune) sia in grado di mantenere vivo il dialogo tra antico e contemporaneo, fondato su un intreccio profondo di significati.

Le mappe di Boetti, ricamate su cotone da donne afghane negli anni Ottanta-Novanta, secondo una pratica artistica da lui avviata fin dall’inizio degli anni Settanta, quando si era stabilito a Kabul dove aveva aperto l’One Hotel, riproducono 
il passaggio epocale della trasformazione dei confini sovietici con la perestrojka, quando dalle ceneri dell’Unione Sovietica sorse la Russia nell’agosto del 1991, ma sono ancora molto eloquenti nella situazione dei conflitti attuali e vivissime nel loro messaggio di varietà e di ricchezza culturale del mondo (usi e costumi, suoni, canti, lingue, colori), nella non volontà di omologazione e divisione.

Alighiero Boetti, Mappa, 1989-94, Ricamo su tessuto, 254X588, Collezione privata, Courtesy TornabuoniArte

Alighiero Boetti, Mappa, 1989, ricamo su tessuto, 265,4X574, Collezione Giordano Boetti, Courtesy Fondazione Alighiero Boetti

Laura Lombardi, 04 novembre 2015 | © Riproduzione riservata

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