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Fiere e banche: il credito accredita

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Redazione GDA

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È sempre più diffusa la liaison tra mostre mercato e istituti finanziari: ad Artissima UniCredit offriva consulenze gratuite
In un mercato fortemente competitivo le banche private sono sempre più creative quando si tratta di sponsorizzare le fiere d’arte. Per l’edizione di novembre di Artissima, lo sponsor UniCredit ha trovato un nuovo modo per raggiungere i clienti: consulenze d’arte gratuite per tutti. «Stiamo diversificando e aiutiamo i nuovi arrivati a destreggiarsi nel mercato dell’arte contemporanea», spiega Domenico Filipponi, direttore del settore consulenza per l’arte della UniCredit Private Banking. «Naturalmente questa operazione ci dà grande visibilità», afferma, aggiungendo che la consulenza è gratuita e la banca non chiede commissioni sui possibili acquisti. «In questo modo mandiamo un forte segnale sul fatto che la nostra consulenza è indipendente».
Le banche e le fiere d’arte collaborano da diverso tempo: Ubs e Art Basel da 22 anni, la Deutsche Bank e Frieze da 12. Sono presenti nel settore anche molte altre banche in tutto il mondo: la Royal Bank of Canada (Rbc) con Masterpiece London, Credit Suisse con la Cosmoscow di Mosca e la J.P. Morgan con la Seattle Art Fair. Le banche Abn Amro e Ing finanziano la European Fine Art Fair (Tefaf) di Maastricht (il principale sponsor dell’evento è la compagnia assicurativa Axa Art).
Il binomio è logico: proietta le banche in una dimensione culturale molto ambita, complemento delle loro collezioni aziendali e, al tempo stesso, le posiziona sulla traiettoria di nuovi e potenzialmente redditizi clienti. Anche se molte banche offrono consulenza, nessuna sembra essere aperta alle fiere tanto quanto UniCredit.
La Deutsche Bank organizza per i suoi clienti delle visite a Frieze, condotte da guide esterne o dai propri curatori, che possono presentarli ai clienti e dar loro informazioni generali, ma non possono consigliare direttamente sulle opere da acquistare. Ubs offre anche visite su misura ai clienti. Altri sponsor stanno diventando più audaci.
A giugno a Masterpiece Londra, la Rbc ha selezionato ogni giorno una diversa opera proposta in fiera da presentare ai propri clienti. «Sono finiti i giorni in cui gli sponsor ti davano i soldi e in cambio volevano solo che il loro nome figurasse sugli inviti», dichiara Nazy Vassegh, chief executive della fiera. È un cambiamento che Marc Spiegler, direttore di Art Basel, ha osservato anche in altri sponsor di fiere: «In passato si accontentavano di avere un logo e una lounge, ora vogliono fare qualcosa di attivo nel mondo dell’arte», ha dichiarato a novembre alla conferenza Talking Galleries, citando il premio Bmw Art Journey e le residenze d’artista di Davidoff.
Queste iniziative invadono il terreno dei consulenti indipendenti? «I consulenti hanno i loro clienti fedeli e offrono un servizio diverso, afferma Arianne Levene Piper, consulente che ha lavorato all’Ubs. In genere spendono più tempo con i clienti. Una banca può avere migliaia di clienti privati ma non ha centinaia di consulenti». Tutti i rappresentanti delle banche sono attenti a dire che non offrono consulenze specifiche di investimenti in arte, né fanno affari durante le fiere.
Il rapporto tra le fiere e le banche sponsor si è un po’ appannato nel 2008, dopo che un tribunale della Florida ha accusato il direttore del servizio gestione patrimoniale della Ubs, che aveva cercato di trovare clienti ad Art Basel Miami Beach, di aiutare gli americani a nascondere denaro in conti segreti. È stato poi raggiunto un accordo tra l’Internal Revenue Service degli Stati Uniti e il governo svizzero; l’azione legale è stata archiviata e non ci sono state conseguenze sulla sponsorizzazione alla fiera della Ubs.
Per le banche, l’elemento centrale resta la volontà di migliorare il rapporto con i clienti. «Passare ore insieme a una fiera d’arte invece di 45 minuti in un ufficio, può stringere un rapporto più solido. Il private banking è un affare molto personale», spiega Levene Piper. «Non sottovalutate mai l’importanza delle lussuose lounge VIP; fanno sentire i clienti molto speciali», dichiara l’organizzatore di fiere Tim Etchells.
Per questa edizione di Art Basel Miami Beach, aperta dal 3 al 6 dicembre (cfr. lo «speciale» allegato a questo numero) la lounge della Ubs è dotata di uno «sky garden sospeso al soffitto», oltre a un’installazione di 30 opere della sua collezione, come dichiara Hubertus Kuelps, direttore delle comunicazioni e del branding della fiera. Il costo della creazione di aree Vip, che può ammontare a cifre a decine di migliaia di euro, è al primo posto nel pacchetto di sponsorship della banca.
Le banche non sempre sono i soci migliori e, come tutti i partner, vanno e vengono. La Citi Private Bank, che ha sponsorizzato Art13, non ha rinnovato il suo accordo triennale. Nel 2008, la Lehman Brothers era il primo sponsor di ArtHK (ora Art Basel Hong Kong), quattro mesi prima di dichiarare bancarotta. Ma quando le cose vanno bene sono tutti felici. «Non si tratta soltanto di fare soldi per le fiere. Avere una banca come sponsor principale dà a una fiera più credibilità nei circoli finanziari e alla banca accesso alla comunità culturale», conclude la Vassegh.

Redazione GDA, 11 dicembre 2015 | © Riproduzione riservata

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