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Redazione GDA
Leggi i suoi articoli«Ho studiato egittologia col prof. Curto ed ero iscritto all’Associazione degli Amici del Museo Egizio ora sciolta per volere della Direzione della Fondazione. (...)
La nuova sistemazione del Museo obbedisce a criteri di museografia spettacolarizzata che poco hanno a che fare con l’ambiente visitato e studiato per la prima volta da Jean François Champollion.
Quale coraggio realizzare quella scala mobile, modello ipermercato, che squarcia l’impianto del palazzo guariniano e quale colpevole leggerezza cancellare le “tracce storiche” del percorso museale!
Vedasi a titolo d’esempio, oltre alla discussa rivisitazione dell’ex Statuario, l’inopinata soppressione dell’ala Schiaparelli, di cui non so quanti si siano accorti, vale a dire la sezione sotterranea che raccoglieva i reperti degli scavi di Assiut, Qau-al-Kebir e Gebelein e lungo la quale per tutta la sua estensione correvano i resti della cinta muraria romana, quale affascinante dialogo tra la bimillenaria Augusta Taurinorum e l’Egitto protodinastico...
Morale della triste favola: sull’altare dello spettacolo ad ogni costo si sono sacrificati gli aspetti identitari, per certi versi romantici di quell’Egittologia nata a Torino».
Libero Pierpaolo Manetti (da La Stampa, 30 giugno 2015)
«(...). Innanzitutto l’Associazione Amici del Museo Egizio non è mai stata sciolta bensì risanata per volere della Fondazione Museo delle Antichità Egizie. (...), gli Amici del Museo sono oggi più attivi che mai, (...) e a breve il loro Presidente (...) presenterà un fitto calendario di eventi per i soci.
Il progetto di ampliamento, restauro e messa in sicurezza ha restituito alla città di Torino e a tutto il mondo un museo raddoppiato negli spazi e rispondente a una più ampia richiesta di fruizione, sia essa di un pubblico specialistico o semplicemente appassionato e curioso. In questi primi mesi di apertura il nuovo allestimento ha ricevuto il consenso della comunità egittologica internazionale.
Non si comprende quali siano (...) gli elementi di spettacolarizzazione: la scala mobile, proposta architettonica approvata dalle Soprintendenze competenti, è una delle soluzioni adottate e proporzionate a un pubblico sempre più numeroso.
La Galleria dei Re, infine, non è stata oggetto di nuove scelte allestitive ma si è semplicemente arricchita di un apparato didascalico. (...)».
Paola Matossi L’Orsa - Ufficio Comunicazione Museo Egizio (da La Stampa, 7 luglio 2015)
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