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Roberta Bosco
Leggi i suoi articoliFigueres (Spagna). Nessuno ci credeva, ma dopo dieci anni di battaglie legali Pilar Abel, che afferma di essere figlia di Salvador Dalí, è riuscita a far riesumare il corpo del pittore per realizzare le prove genetiche pertinenti. Nonostante tutti gli sforzi, questa volta la Fundació Dalí di Figueres non ha potuto bloccare l’ordine giudiziale e, durante la notte di giovedì, ha permesso alla comitiva forense di accedere alle spoglie dell’artista.
Dalí, che aveva predisposto una romantica tomba matrimoniale dotata di una finestrella per riposare per l’eternità a fianco di Gala, fu seppellito contro la sua volontà sotto la cupola del Teatro Museo, dove tutti i giorni è idealmente calpestato da circa 4mila visitatori. Non sembra quindi che il suo riposo possa essere stato disturbato più di tanto dai medici legali che hanno estratto due ossa lunghe, un molare, capelli e unghie. I reperti sono immediatamente partiti per Madrid, dove verranno eseguite le prove di paternità. Il giudizio è fissato per il 18 settembre, ma il risultato dell'esame del Dna si saprà già ai primi del mese.
«I baffi di Dalí erano intatti, nella caratteristica posizione delle 10.10. È un miracolo», affermava commosso Narcís Bardalet, che 28 anni fa imbalsamò il corpo dell’artista, e che si occuperà di ricomporlo quando i legali restituiranno i resti biologici. Bardalet assicurava, soddisfatto, che Dalí «è duro come il legno e hanno dovuto tagliarlo con una sega elettrica perché il bisturi non era sufficiente». L’operazione, che si è svolta sotto una tenda affinché nessuno potesse rubare immagini (per lo stesso motivo tutti i presenti hanno dovuto consegnare il cellulare prima di entrare), è stata meno complicata del previsto e sono state necessarie poco più di quattro ore per rimuovere la lapide di una tonnellata e mezzo e togliere il coperchio di zinco che sigillava la bara.
Senza nascondere l’indignazione, la Fondazione ha minacciato pesanti azioni legali contro Pilar Abel. In ogni caso, se non risultasse essere figlia di Dalí, dovrà pagare le spese processuali e l’alto costo dell’esumazione.
Tutta la storia, che da settimane riempie i mezzi di comunicazione spagnoli, è stata definita dagli esperti di Dalí, «un atto surrealista in piena regola». «Gli sarebbe piaciuto tutto questo circo, afferma il suo biografo Ian Gibson, che non scarta una possibile paternità e, a differenza della Fondazione, è sempre stato favorevole a scoprire la verità. Secondo Gibson e diversi studiosi spagnoli, Dalí era un omosessuale represso, impotente, misogino e voyeur, che provava ribrezzo per il corpo femminile, ma la sua sessualità resta avvolta nel mistero e potrebbe ancora riservare sorprese.
Se fosse figlia di Dalí, che morendo senza discendenti ha lasciato tutto il suo patrimonio allo Stato (la Fondazione si limita a gestirlo), la Abel avrebbe diritto come minimo alla legittima, ossia al 25% di tutti i suoi averi, diritti d’autore compresi.

Salvador Dalì
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