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Ermanno Rivetti, Dan Duray, Melanie Gerlis
Leggi i suoi articoliDa Christie’s battuto il record per Basquiat (a oltre 50 milioni di euro); da Sotheby’s record per Sam Francis (10,4 milioni) e un Sacco di Burri a 6,4 milioni. Impressionisti e moderni rallentano
Nell’intensa settimana di aste newyorkesi, Phillips ha «coperto» con contratti di garanzia più di metà dei lotti della sua asta serale, una percentuale molto più alta di quelle di Sotheby’s e Christie’s. La domanda è: è il momento giusto per una strategia così «rialzista»? Sotheby’s e Christie’s non sono ai loro massimi livelli, perlopiù a causa della situazione generale del mercato dell’arte. Trovare opere di altissimo livello non è mai stato così difficile, mentre la competizione sulle opere di fascia media si va facendo sempre più combattuta.
Il mercato all’asta è a un bivio e Phillips ha scommesso su quanto i compratori siano disposti a pagare per il suo marchio.
Sotheby’s, Impressionisti e moderni, 9 maggio
Nonostante una buona partenza, la vendita serale di arte impressionista e moderna di Sotheby’s New York del 9 maggio si è chiusa con un risultato deludente, un incasso totale di 126,8 milioni di euro diritti compresi, a fronte di stime da 144,6 a 206,8 milioni (che non comprendono i diritti). La percentuale di venduto si è fermata al 66% e 22 dei 62 lotti si sono attestati a prezzi inferiori alle stime minime. Solo un lotto tra quelli in vendita però era garantito e molte opere erano nuove per il mercato all’asta.
La scultura in marmo di Auguste Rodin «L’eternel printemps» (1901-02) ha stabilito un nuovo record, con un prezzo finale di 17,9 milioni di euro, ben oltre la stima massima di 10,5 milioni. È una delle più belle versioni che Rodin abbia realizzato di questo soggetto. Il lotto che illustrava la copertina del catalogo, «Maisons du port, Saint-Tropez» di Paul Signac (1892), consegnato dall’ex ambasciatore americano John Langeloth Loeb Jr (stime 7-10 milioni di euro) è stato venduto per 9,4 milioni dopo una lunga serie di rilanci. Un altro pezzo in evidenza era «Sous-bois» di Maurice de Vlaminck (1905), dalla collezione Blaffer. Presentata come un capolavoro fauvista, l’opera è stata venduta per 14,4 milioni di euro (stime 10-15); un altro lotto dalla stessa collezione, «Les voiles rouges» di André Derain (1906), stimato da 13 a 17 milioni, non ha invece attirato offerte.
Hanno riscosso notevole interesse i paesaggi marini di Claude Monet, con «Marée basse aux Petit-Dalles» (1884) venduto per 8,7 milioni di euro (stime 2,6-4,4) e «Près Monte-Carlo» (1883) aggiudicato per 6,1 milioni (stime 4,4-6,1). Per Picasso è stata una serata opaca: degli otto lotti in vendita, quattro non hanno trovato compratori, gli altri quattro sono stati venduti a prezzi inferiori alle stime minime. «C’erano troppi dipinti mediocri», ha sentenziato il mercante James Roundell al termine della serata.
Christie’s, Impressionisti e moderni, 12 maggio
La scialba vendita di arte impressionista e moderna di Christie’s si è chiusa con un totale di 124,1 milioni di euro, contro stime comprese tra 121,3 e 178,4 milioni. Solo 7 dei 51 lotti in offerta però non sono riusciti a trovare un compratore, per una percentuale di venduto dell’86%: una cifra abbastanza consistente per la categoria.
Solo uno dei lotti era garantito e la serata ha fatto registrare un nuovo record per Frida Kahlo: il suo «Dos desnudos en el bosque (La tierra misma)», del 1939, è stato aggiudicato per 7 milioni di euro (stime 7-8,8 milioni).
«Le bassin aux nympheas» di Claude Monet è stato venduto sotto le stime per 23,6 milioni di euro a un unico offerente, un rappresentante della Gladwell & Patterson di Londra che acquistava per conto di un cliente. Il secondo prezzo della serata, 11,2 milioni di euro, è stato pagato per uno scuro ritratto di Amedeo Modigliani, «Jeune femme à la rose (Margherita)», del 1916: se l’è aggiudicato il consulente Michael Altman, che ha acquistato l’opera per conto di un cliente dopo aver battuto un altro contendente in sala. L’oggetto più conteso della serata è stato la scultura in pietra di Barbara Hepworth, «Sculpture with Colour (Eos)», del 1946, aggiudicata a 4,7 milioni, contro una stima massima di 1,6. L’opera ha attirato cinque offerenti al telefono e tre in sala. Il modesto totale della vendita potrebbe essere semplicemente il risultato di stime troppo ambiziose, considerato che le riserve erano perlopiù piuttosto basse.
Phillips, Arte contemporanea, 8 maggio
La settimana contemporanea ha preso avvio l’8 maggio in un clima contrastato con la vendita di Phillips. Ciononostante i risultati sono stati consistenti: il totale dell’asta di 40,9 milioni di euro, diritti compresi, si è attestato ben al di sopra della stima minima di 35,2 milioni, e la vendita ha raggiunto la percentuale di venduto del 92%.
In un panorama piuttosto piatto si è assistito a vivaci offerte per «Barbe des rites» di Jean Dubuffet del 1959, aggiudicato per 2,7 milioni di euro, oltre la stima massima di 2,2 milioni. Si assiste a un rinnovato interesse per l’opera del’artista: l’anno scorso Helly Nahmad gli ha dedicato l’intero stand a Frieze Masters e il newyorkese Acquavella ha in corso fino al 10 giugno una mostra di sue opere.
Tutte e tre le opere (garantite) di Mark Bradford, il prossimo artista a rappresentare Usa alla Biennale di Venezia, sono state vendute oltre la stima minima: «Mixed signals» (2009) è passata di mano a 2,6 milioni di euro (stima 1,3). Nel corso della serata si sono vendute bene le opere di Maurizio Cattelan: dopo aver scatenato vivaci offerte, la scultura «Mini me» (1999) ha raggiunto il prezzo finale di 660mila euro, oltre la stima massima di 530mila.
Le due delusioni più grandi della serata non erano «tutelate» da garanzie: una scultura di Roy Lichtenstein, «Metallic Brushstroke Head», 1994, invenduta a 1,5 milioni di euro (stime 1,7-2,6) e «Untitled» di Jean-Michel Basquiat del 1981, rimasto al palo a 1,4 milioni (stime 1,7-2,6).
Christie’s, «Bound to Fail», 8 maggio
L’8 maggio Christie’s si è lasciata alle spalle la stagione delle aste primaverili a New York con «Bound to Fail» («Destinata a fallire»), una «curated sale» che ha fatto registrare sette nuovi record d’artista. Nonostante il titolo della vendita, solo uno dei 39 lotti in offerta è rimasto invenduto. Uno dei record l’ha segnato Maurizio Cattelan con «Him», la statua raffigurante Adolf Hitler venduta per 15 milioni di euro. L’opera di era il lotto con le stime più alte del catalogo.
Altri record d’artista sono stati stabiliti per opere di Paola Pivi, Neil Jenney, Olivier Mosset, Daniel Buren, Rebecca Horn e John Armleder. Nel complesso, solo otto dei lotti venduti non hanno raggiunto o superato le stime. Con un incasso totale di 68,5 milioni di euro, contro stime di 52-71 milioni, e tenendo conto che queste non comprendono i diritti, la serata non è stata però il successo eclatante che gli ottimisti si sarebbero aspettati. Dieci lotti hanno avuto un solo offerente: «Stone Head» di David Hammons (2005), ad esempio, è stato aggiudicato intorno alla stima minima a 900mila euro, con appena due contendenti, Robert Mnuchin e Loic Gouzer, vicepresidente di Christie’s per l’arte del dopoguerra e contemporanea a New York, che aveva organizzato la vendita. Eppure pare che la casa d’asta abbia guadagnato.
Christie’s, Arte contemporanea, 10 maggio
La vendita serale di Christie’s di contemporaneo del 10 maggio ha dato risultati consistenti, facendo tirare un sospiro di sollievo un po’ a tutti. Il totale dell’asta è stato di 279,2 milioni di euro, a fronte di stime tra i 245 e i 343, con una percentuale di venduto dell’87%. Dei 61 lotti in offerta, 15 hanno raggiunto prezzi finali uguali o superiori alle stime massime, 22 si sono attestati tra i valori di stima e 15 sono stati venduti al di sotto della stima minima. Solo otto dei 60 lotti del catalogo erano garantiti. Sono stati stabiliti nuovi record per Mike Kelley, Agnes Martin, Richard Prince, Kerry James Marshall, Barry X Ball e Jean-Michel Basquiat: per quest’ultimo, la sala è esplosa in un applauso quando la grande «Untitled» (1982), stimata oltre 35 milioni di euro, è stata aggiudicata al telefono per 50,2 milioni.
Gli specialisti avevano lavorato molto per tenere basse le riserve in risposta all’asta di Sotheby’s, in cui molti lotti con forti riserve nonostante le offerte sono rimasti invenduti. «Il giorno prima dell’asta abbiamo passato molto tempo al telefono con i nostri venditori e loro ci hanno permesso di fare il nostro lavoro e creare la giusta competizione in sala», ha riferito Sara Friedlander, la responsabile della vendita serale. «If» di Ed Ruscha (1996), ad esempio, è stato venduto per 1,3 milioni di euro, ben al di sotto della sua stima inferiore di 1,75 milioni, così come «Untitled» di Jasper Johns (1980) è stato aggiudicato per 2,1 milioni di euro a fronte di una stima inferiore di 2,2 milioni.
Le offerte sono state talvolta moderate nella fascia più alta. «And if you» di Christopher Wool, del 1992, è stato venduto alla sua stima inferiore di 11,9 milioni di euro e «No. 17» di Mark Rothko del 1957 ha attirato poche offerte, attestandosi al prezzo finale di 28,6 milioni di euro, sotto la stima minima di 26 milioni.
Sotheby’s, Arte contemporanea, 11 maggio
Dopo la scadente vendita serale di arte impressionista e moderna, Sotheby’s si è rifatta con una vendita di arte contemporanea che ha visto solo due lotti invenduti su 44, per un importo totale di 212,4 milioni di euro (contro stime da 176 a 225 milioni). I tempi sono cambiati rispetto all’anno scorso: l’incasso 2015 era stato infatti di 332,5 milioni di euro. La serata ha fatto registrare il nuovo record d’asta per Sam Francis con i 10,4 milioni pagati per «Summer #1» del 1957 dal collezionista Eli Broad, che ha battuto quattro contendenti al telefono, ed è stata polarizzata da un’opera a lavagna blu di Cy Twombly del 1968 aggiudicata per 32,1 milioni di euro dopo una sola offerta. A differenza di sette degli altri dieci lotti principali l’opera non era coperta da garanzie. Il «Sacco» di Alberto Burri del 1954 è andato a un privato americano per 6,4 milioni (stime 5,3-7).
Tra le altre aggiudicazioni, un «mobile» a pavimento in vetro e metallo di Alexander Calder del 1942, aggiudicato per quasi il doppio della stima massima a 7,3 milioni di euro, con quattro contendenti al telefono e tre in sala, tra i quali il direttore della galleria Pace Marc Glimcher e il miliardario collezionista Adam Lindemann; «Red Body» di Robert Rauschenberg (1969), a 693mila euro; «Onion Gum» di Jean-Michel Basquiat (1983) ieri sera è andato per 5,8 milioni di euro. Alberto Mugrabi ha acquistato un’opera anonima di Joan Mitchell del 1971 per 5 milioni di euro (le tre ultime opere erano passate all’asta negli anni scorsi a prezzi più alti).
Nota brillante in un panorama scialbo, l’ingresso di un nuovo compratore giapponese, Yusaku Maezawa, fondatore del portale di moda online Zozotown, che ha acquistato «Self Portrait as Vincent van Gogh» di Adrian Ghenie (2012) per 2,3 milioni, «Untitled» di Christopher Wool (1990) per 12,2 milioni e il Jean-Michel Basquiat del 1982 di Christie’s, oltre che «Runaway Nurse» di Richard Prince del 2007 per 8,5 milioni, entrambi record d’asta per gli artisti. Maezawa dirige la Contemporary Art Foundation di Tokyo.